Davide contro Golia: agenzie di rating assolte, ma…anche Draghi disse, sono screditate, farne a meno
Le agenzie di rating, Standard & Poors e Fitch, sono riuscite ad evitare la condanna
penale da parte del tribunale di Trani, per le modalità di messa a punto dei
report che portarono al doppio declassamento dell’Italia il 13 gennaio 2012. Una vicenda che sembrava quella di Davide - il pm di Trani Michele Ruggiero - contro Golia - la flotta di avvocati iperspecializzati di questi potenti soggetti finanziari internazionali. Dopo anni di indagini è arrivata una sentenza di assoluzione. Ma
questo non risolve il nodo del contrasto di interesse e neppure quello della trasparenza del loro operato. E le risorse e l'impegno speso è servito a mettere in risalto proprio questi problemi.
Il vero problema
delle agenzie di rating riguarda la loro credibilità. E anche se non c’è stata
condanna, l’indagine ha raccolto documentazione e svelato passaggi di mail che
certo non aiutano a restituire loro autorevolezza.
Va detto. Il contesto
è oggi certamente cambiato.
Non si è più nel 2008, quando qualche mese
prima del fallimento di Lehman Brother – con le immagini simbolo della crisi,
quelle dei manager con gli scatoloni in mano - le Agenzie di Rating non erano
state in grado di prevedere alcunché nelle proprie valutazioni delle società
coinvolte nell’affaire dei mutui subprime. E anche la diffusione mirata di
dossier, che nel passato spinsero la Consob italiana a fare pressing, ora non
sembra più possibile. Le authority europee dei mercati - come l'Esma - dal 2009 hanno attuato una stretta
sui regolamenti di diffusione dei report, imponendo il rispetto di specifici
orari per il loro rilascio e l’indicazione di date precise per la revisione dei
rating.
Ma – nonostante l’assoluzione
- il nodo credibilità rimane, e anche il conflitto di interesse con i
soggetti finanziari che controllano le agenzie di rating. Sarebbe sbagliato pensare che l’assoluzione
di Trani – per una partita che in parte è ancora da giocare – ridia loro una
verginità perduta.
Una chicca arriva proprio dalle carte dell’indagine
di Trani, dalle quali emerge un giudizio tagliente dell’attuale presidente
della Bce, Mario Draghi. ‘’La reputazione delle agenzie di rating – ha detto
Draghi – è stata, diciamo, completamente screditata dall’esperienza del 2007-8”;
“bisogna trovare un sistema – ha aggiunto - per farne a meno o farne meno uso”.
Dalle carte dell’indagine – è in
particolare dall’avviso di chiusura delle indagini – era poi emerso l’utilizzo
in fase di elaborazione dei rating italiani di ‘’analisti inesperti e
incompetenti’’ e anche di comunicazioni
fatte al mercato ‘’in maniera selettiva
e mirata in relazione ai momenti di maggiore criticità della situazione
economica italiana’’.
L’attenzione era
su quella che i consumatori definiscono non la pistola fumante ma il bazooka
fumante: la telefonata intercettata durante le indagini tra l'allora AD
per l'Italia di S&P, Maria Pierdicchi (ora designata nel cda della 4 banche in risoluzione con Roberto Nicastro) e Deven
Sharma, l’allora presidente mondiale dell'agenzia di rating Standard &
Poor’s (costretto a dimettersi qualche mese dopo per un errore nella
valutazione del debito degli Stati Uniti). Nella conversazione si esprimevano timori
sulla ‘capacita’ di sostenere la valutazione di rating dell’Italia in un
momento così delicato, ma anche il rischio di aver utilizzato alcuni dati non esatti e la
carenza nello stilare i report di analisti Senior (cioè analisti esperti).
Il magistrato
giudicante alla fine non ha condannato penalmente i vertici delle agenzie
chiamate in causa. Nell’assolverli non ha però utilizzato una formula piena ma
la dizione ‘’perche’ il fatto non costituisce reato’’ . Questo secondo -
secondo fonti inquirenti - significa che i giudici hanno escluso che gli
imputati abbiamo agito con dolo, ma non hanno escluso la colpa. Questo potrebbe
aprire la strada alla richiesta di rimborsi milionari. Anche da parte dello Stato
Italiano. Che magari – forse è fantapolitica-finanziaria – potrebbe chiedere
anche di rivedere al rialzo la rating.
Ma questa è un’altra storia...
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