Calo Irpef di fine legislatura è evaporato. Ma forse nessuno ci credeva
Il calo delle aliquote Irpef sarebbe dovuto
arrivare ‘’dulcis in fundo’’, a fine legislatura. Prima il governo ha ridotto ridotto
l’Imu-Tasi per i proprietari immobiliari – che in Italia va detto sono
moltissimi - e dopo si è concentrato sugli sgravi alle imprese (con un deciso
taglio di Irap, Ires e l’arrivo di maxi-sconti come il superammortamento).
Ma
ora l’abbattimento delle tasse sui lavoratori dipendenti non arriverà più.
Nessuna dichiarazione roboante per salutare l’addio alle promesse sull’imposta
che pagano tutti i lavoratori. E’ bastato togliere tre righe dal Def per far
sparire anche l’ultima speranza che si concretizzasse l’impegno rilanciato in
mille dichiarazioni pubbliche dall’ex premier Matteo Renzi.
Esattamente un anno fa, nel ‘’cronoprogramma’’
del Piano Nazionale delle Riforme, era indicata la parolina magica “Irpef” sotto la colonna ‘’in avanzamento’’. Nella grande tabella era scritto: ‘’con le
prossime leggi di Bilancio si valuterà la possibilità di agire sull’Irpef in
base agli spazi finanziari disponibili nel rispetto dei saldi di finanza
pubblica’’. Veniva anche indicata la data 2017-2018 e in aggiunta l’indicazione
‘’in avanzamento”. Ora nei documenti ufficiali approvati dal governo è
scomparso anche questo flebile riferimento all’imposta sui redditi delle
persone fisiche.
Certo l’ipotesi,
per chi ha un pizzico di dimestichezza con documenti di finanza pubblica, era
apparsa da subito difficilmente percorribile. Ma forse non ci credeva nessuno, dai cittadini oramai smaliziati agli esponenti di governo.
Per ricordarlo, la prossima legge di Bilancio –
quella che avrebbe dovuto contenere il taglio – dovrà prima di tutto ‘’sminare’’
il terreno da possibili aumenti Iva per 19 miliardi, messi come posta in
qualità di ‘’clausola di salvaguardia’’ (vedi su DentroLeCose) . La manovrina
appena approvata avrà un impatto strutturale anche nel 2018 di 5,1 miliardi: è
una dote che comunque farà partire gli interventi da quota 16 miliardi, per
correggere il deficit e sminare gli aumenti Iva. Aggiungere
a questa correzione altre risorse appariva già difficile: anche perché limare
di un solo punto le attuali aliquote intermedie del 27 e del 38%, è stato
calcolato, costerebbe circa 3 miliardi. Servirebbe poi un effetto ancora più
deciso. Lo aveva spiegato lo stesso
ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan facendo baluginare un intervento di
riduzione di più punti.
Niente da fare. Eppure dare nuovo respiro ai
salari sarebbe importante. Basta pensare che questa settimana c’è stato un
appello del presidente della Bce, Mario Draghi a sostenere la domanda dei
consumi attraverso un aumento dei salari che ora sono ‘’ben al di sotto delle
medie storiche’’. E, visto che l’aumento del reddito non arriva dai rinnovi
contrattuali, l’utilizzo della leva fiscale avrebbe potuto aiutare.
Ecco alcune delle
dichiarazioni che, nel recente passato, sembravano confortare l’arrivo del calo
dell’Irpef.
18 luglio 2015 – ‘’Nel 2017 ci sarà un intervento Ires e
Irap e nel 2018 interventi sugli scaglioni Irpef e sulle pensioni”. Ci sarà ‘’una
rivoluzione copernicana senza aumentare il debito’’ . L’allora premier Matteo
Renzi all’assemblea del Pd
7 settembre 2015. “Il 16 dicembre ci sarà il funerale delle
tasse sulla casa (in riferimento alla cancellazione dell’Imu e della Tasi sulle
abitazioni principali. Ndr) . Nel 2017 penseremo all’Ires e nel 2018 all’Irpef”.
L’allora premier Matteo Renzi a Porta a Porta
13 ottobre 2015 ‘’Interveniamo sull’irpef nel 2018. Adesso
immagino che le opposizioni dicano che è per le elezioni…’’,l’allora premier
Matteo Renzi a Rtl
29 febbraio 2016 “Non c’è un anticipo del taglio dell’Irpef.
Il cronoprogramma rimane quello indicato da Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan:
Ires nel 2017 e Irpef nel 2018. Se ci sono margini per un anticipo, ben venga,
ma l’Impegno politico resta quello di Renzi e Padoan”. L’allora sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini a margine della presentazione
ad un libro.
20 aprile 2016: "Con le prossime leggi di Bilancio il
governo valuterà la possibilità di agire sull’Irpef in base agli spazi
finanziari disponibili, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica”. Il
ministro dell’economia Pier Carlo Padoan rispondendo al question time alla
Camera sul Def 2016.
4 maggio 2016. “Abbiamo iniziato con gli 80 euro. L’ideale
sarebbe ridurre le tasse Irpef che cono cinque. Nel programma del
centrosinistra 2013 cerano due sole aliquote. Alla fine dovremo trovare il modo
di avere quattrini su questo. Spero che riusciremo a farlo’’. L’allora premier
Matteo Renzi a #Matteorisponde su Facebook
12 settembre 2016 – “Il taglio dell’Irpef per il momento è
rinviato, continuamo però a ridurre la pressione fiscale’’. Il ministro dell’economia
Pier Carlo Padoan a Porta a Porta in riferimento alla possibilità, già dalla
Legge di Bilancio sul 2017, di un anticipo del calo dell’Irpef.
15 ottobre 2016 – “Nella manovra 2017 ci sono 600 milioni
sulla famiglie con misure del ministro Costa. E’ un piccolo segnale verso un
grande investimen to sulla famiglia e sui figli che faremo nel 2018 con la
modifica dell’Irpef’’. L’allora premier Matteo Renzi al termine del Cdm sulla
legge di bilancio del 2017.
18 ottobre 2016 – “Abbiamo sempre detto che non avremmo
toccato l’irpef prima del 2018. Se il prossimo anno avremo la possibilit’ di
continuare in questo alvoro il percorso sarà completato: ci manca solo L’Irpef’’.
L’allora premier Matteo Renzi in una conferenza stampa prima del referendum
costituzionale
30 gennaio 2017 – “Se dopo le elezioni torneremo al Governo
dovremo riprendere il ragionamento dall’Irpef e non solo d quella. L’ultima volta
che è aumentata l’iva era il settembre 2013, prima del nostro arrivo: quella
volta lì ricordatevela bene perché deve restare l’ultima”. L’ex premier Matteo
Renzi sul suo blog.
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