Renzi, Visco, Bankitalia. Un’operazione lose-lose



E’ stata un’operazione lose-lose la mossa renziana di far presentare una mozione al Pd per chiedere discontinuità alla guida della Banca d’Italia. E non solo perché alla fine Visco è stato riconfermato.  Ma perchè a perderci sono tutti i protagonisti: Renzi da un lato, Visco dall’altra. E, più di tutti, il Paese.

1° effetto lose
    L’operazione di Renzi ha mostrato velocemente la corda. Nell’immediato è servita a tamponare, sul fronte bancario, le polemiche che sarebbero seguite alle proposte di M5s e Lega che chiedevano le dimissioni di Visco. La gestione accentrata della scelta – di fatto l’aver deciso senza essersi coordinato con il ‘suo’ governo che già aveva dato un proprio placet informale – si è mostrata per Renzi un boomerang.
    Un partito di governo non ha bisogno di presentare una mozione per  indirizzare il proprio esecutivo. Se veramente Renzi avesse voluto rimuovere Visco avrebbe potuto farlo in modo meno plateale ma più efficace. E questo è chiaro anche ad un bambino. Anche perché per l’opinione pubblica è invece evidente e senza fraintendimenti il conflitto di interessi familiari della fedelissima Boschi.
    Conclusione: la comunicazione politica diventa efficace quando trova appigli concreti; aver scaricato una parte delle colpe su Visco non significa aver tolto la spina del dossier banche dal fianco del Pd. Ora c'è attesa per l'audizione del governatore nella commissione d'inchiesta sulle banche: sarà difficile per un qualsiasi giornalista non filtrare le sue parole alla luce del contrasto con Renzi.

2° effetto lose
   Per Visco è arrivata la riconferma ma la sua immagine esce comunque appannata dalla vicenda. Con un Parlamento che, di fatto, gli ha votato contro. Sia detto subito: colpevolizzare Visco è stato un errore. Le decisioni della Banca d’Italia seguono strettamente le regole fissate a livello legislativo e internazionale. Inoltre sono collegiali. Il governatore ha fatto ciò che la normativa attribuisce ai poteri della banca centrale italiana. Ha segnalato malefatte e malversazioni alla magistratura ed ha cercato di tamponare gli effetti della crisi economica che sommata alla cattiva ed incompetente gestione hanno portato a bruciare i risparmi di una fetta di investitori.
   Ma, e questo è l’errore fatto da Visco, non avrebbe dovuto cedere alla tentazione di fare un altro mandato. E’ evidente che, dopo le difficoltà affrontate nel passato dal sistema bancario, c’era la necessità di un cambio di passo, anche solo di immagine, per un’authority che ha protetto sicuramente la solidità del sistema bancario ma – certo è la mia opinione – deve imparare a tutelare anche i risparmiatori attraverso una maggiore trasparenza informativa, senza ripetere a cantilena che il sistema è solido, visto che non lo è stato.  Lo richiedono i tempi. E la Banca d’Italia, che pure ha fatto passi in avanti, deve accelerare un processo di governo informativo a favore dei cittadini. Ora spetterà a Visco dimostrare di saper accelerare nel cambiamento. E’ questo che si pretende da un’authority indipendente.

3 effetto lose.
   Nella partita giocata sul vertice di Bankitalia a perderci più di tutti sarà il Paese. L’Italia ha dimostrato ancora una volta tutti i suoi limiti. E non solo perché l’autonomia di un’autorità così delicata come la Banca d’Italia va tutelata da manovre di Palazzo. Appare impossibile per il nostro Paese riuscire a programmare e, nel caso della scadenza di una carica così delicata, a costruire un candidato in grado di raccogliere il testimone, di essere inattaccabile e di andare avanti in un mondo che cambia velocemente. Il rinnovo del governatore di una banca centrale dovrebbe essere a cuore a tutti. Ma nessuno ha fatto alcunché. Tanto che i nomi circolati in questo periodo, tutti di personalità con curricula specchiati, mostravano in ogni caso una qualche carenza (“E’ bravo ma non sa di politica monetaria”; “Ha capacità di gestione, ma è inciampata in qualche problemino…”; “E’ perfetto ma la nomina creerebbe qualche problema di conflitto di interesse’’… e così via). Inoltre, d'ora in poi, ad ogni intervento del 'neo' governatore Visco sarà fatta la tara. Sarà interpretato interpretato in chiave di confronto-scontro con Renzi e non più nella dialettica dovuta all'indipendenza di un'istituzione con una storia prestigiosa.

Di certo il Paese così non farà passi avanti.

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