Il Fisco, più lontano dai cittadini, torna sulla Luna. Ritroverà il senno?
(foto presa da Internet)
Lo specchietto
per le allodole è l’arrivo della dichiarazione dei redditi precompilata. Una promessa fatta talmente tante volte che è
difficile risalire ad una primo-genitura.
Ma la noncuranza
del Fisco verso i cittadini-contribuenti
emerge chiaramente in questi giorni dalla disattenzione che viene loro rivolta.
Rinvii e proroghe si succedono senza comunicazioni ufficiali, con un Fisco che,
per paura di ammettere una sconfitta organizzativa, manca di rispetto ai
cittadino e quindi troverà sempre più difficile farsi rispettare.
Norme che si
accavallano, cancellazioni, correzioni. Il Fisco sembra aver perso la bussola. Si è allontanato vita reale. E’
tornato a stare sulla Luna. E forse servirebbe un Astolfo che possa lassù trovare il senno perduto. Ma - anche questa è una patologia - MrFisco Attilio Befera ha lasciato 'naturalmente' l'incarico oramai da due settimane, una decadenza annunciata con larghissimo anticipo. E, nonostante questo, manca ancora una nuova guida per un settore così vitale per lo Stato.
Criticare quel che è accaduto con la Tasi,
la nuova tassa sui servizi indivisibili, è quasi come sparare sulla Croce Rossa.
Più sottili, ma non meno importanti, perché riguardano milioni di persone, sono
altre dimenticanze. Che, a leggerle bene, aprono uno squarcio su come vengono fatte le scelte politiche, certo non guardando ai contribuenti.
Lo sapete che, su richiesta dei Caf, sono
stati prorogati i termini per la presentazione del mod.730? Una decisione che interessa
così tanti contribuenti non è stata comunicata dal ministero dell’Economia, non
ha trovato spazio nelle note di Palazzo Chigi (eppure la proroga e’ un Dpcm,
cioe’ un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri) e non si trova
nemmeno tra le molte notizie diffuse in questi giorni dall’Agenzia delle
Entrate, che poi del Fisco è e dovrebbe essere il braccio operativo. E’ stata
pubblicata in sordina sulla Gazzetta Ufficiale, che ovviamente tutti i
cittadini leggono!!! Ma che importa: chi doveva sapere sa.
Ora e’ in arrivo
una nuova proroga, per il versamento delle tasse da parte dei lavoratori
autonomi e imprenditori che compilano gli studi di settore: la scadenza slitta dal 16
giugno al 7 luglio (e oramai lo spostamento di questa appuntamento è diventato una
barzelletta che si ripete ogni anno). Ma anche su questo punto filtrano solo indiscrezioni,
anche se confermate da fonte autorevoli. A pochi giorni dalla data di scadenza, non ci
sono impegni e comunicazioni ufficiali: perché, anche se siamo nell’era della
telematica, il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia sono all’estero,
il primo in Cina e il secondo negli Usa, e non possono firmare il decreto (ps. Ma
la firma elettronica che fine ha fatto?).
Anche sulla
proroga della Tasi le informazioni sono state decisamente poco puntuali. Il
Tesoro ha parlato di un rinvio a settembre. La decisione, presa dopo una decina
di giorni, è stata comunicata ufficialmente solo nella nota che sintetizza le
decisioni prese dal Consiglio dei Ministri. Il contribuente-elettore, che viene
imbonito durante la campagna elettorale sul prossimo arrivo di semplificazioni,
ridiventa cittadino pagatore quando, passata la Festa, deve – e il verbo all’indicativo non è a caso –
essere informato su scadenze e rinvii.
Vogliamo scomodare
Adam Smith, che sanno a memoria tutti gli studenti di diritto tributario? Lo stesso
Adam Smith che politici e ministri utilizzano per citazioni durante convegni o
per imbellire le copertine di libri sulla giustizia fiscale? ‘’L’incertezza
dell’imposizione incoraggia l’insolenza e favorisce la corruzione’’, scrive (ma
oggi in prima pagina sui quotidiani non si parla di corruzione e Gdf?). Lo
stesso Smith qualche rigo sotto aggiunge: ‘’l’ imposta che ogni individuo è tenuto a
pagare dovrebbe essere certa e non arbitraria’’ e quindi ‘’il tempo di
pagamento, il modo di pagamento, l’ammontare da pagare, tutto dovrebbe essere
chiaro e preciso per il contribuente e per ogni altra persona’’. In pratica, lo
Stato dovrebbe favorire ‘’il modo più comodo’’ per pagare il dovuto’’.
Certezza su modalita’ e tempi di pagamento sembrano invece in Italia un
obiettivo irraggiungibile. Torniamo alla Tasi? Certo è ora questo l’esempio più
eclatante. Il governo - certo era un premier diverso, ma la maggioranza è quasi la stessa - aveva fatto alcune promesse, ora disattese. La prima era
l’aiuto alla compilazione con l’invio a casa di moduli già con l’importo
dovuto. La seconda era quella di imporre un tetto al prelievo, almeno per il
primo anno. Ma poi, sulla spinta dei Comuni, e’ stato deciso che il ‘’tetto’’
rimane, ma può essere superato di uno 0,8% se si attivano detrazioni per
categorie protette.
La scusa che si tratta
di una imposta ‘’federale’’ ha poi fatto il resto. Si e’ traccheggiato per
decidere il rinvio della Tasi per i molti comuni che, nonostante il tempo a
loro disposizione, non hanno fissato le aliquote per il pagamento. Ora i comuni
si stanno muovendo – anche sulle regole base – in ordine davvero sparso,
cambiando scadenze e decidendo mini-rinvii.
Le delibere, inoltre, non hanno
uno schema comune che consente al cittadino di una città di orientarsi per pagare
la tassa in un altro comune dove possiede la casetta della nonna. L’Anci, l'associazione dei Comuni, prontissima a far decidere rinvii e
sforamenti di tetti, ha dimenticato di richiedere un minimo di standard comune nelle
delibere – almeno nelle modalita’ di comunicazione, con una griglia di
tipologie di immobili ed aliquote – alimentando così confusione su confusione.
E poiché i
difetti di questa incorreggibile Italia li conosciamo tutti è facile prevedere
che tornerà a crescere il contenzioso tributario. In attesa di colpo di spugna
che qualcuno invocherà con necessario perché dalla Luna, oltre alla muraglia
cinese, si riesce già a vedere anche la montagna della prolifica produzione normativa
italiana.
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