Brexit e spigolature: cosa ci insegna. Mercati più stupidi che cinici e l'informazione sotto scacco



        Il voto britannico per l’uscita dall’Unione Europea può servire a trarre alcuni insegnamenti di carattere generale che superano il semplice nodo della Brexit. Ecco alcune spigolature

1) I mercati finanziari non hanno sempre ragione e non sempre sono in grado di prevedere il futuro
     Prima di segnare ribassi storici le borse, nel giorno del voto sul referendum britannico d’uscita dall’Ue, hanno mantenuto un forte andamento rialzista. Ma avevano scommesso sulla vittoria del ‘’remain’’ già dall’assassinio della parlamentare labor Jo Cox. "I mercati anticipano gli eventi", si dice sempre, riconoscendo loro una capacità di analisi più veloce degli altri.
     La verità è un'altra.    Nel giorno del voto hanno ignorato l’incertezza del confronto, indicato in pratica vicino alla parità, e hanno accelerato al rialzo guardando alle quote fissate dal bookmaker, che da un certo momento in poi, hanno dato meno probabile il voto sul ‘’leave’’.
       Questo dimostra che i mercati, che continuano ad essere cinici, tanto da guadagnare dopo un assassinio, sono anche ‘stupidi’, si fanno orientare da scommettitori.

2) Informazione sotto scacco, i giornali per incartare le uova -  I giornali di oggi, freschi di stampa, mostravano una accelerazione dell’antico detto che ‘’i quotidiani il giorno dopo servono ad incartare le uova’’. Brexit, con il voto serale, ha reso evidente una decisa accelerazione di questa tendenza.  L’informazione viaggia sui siti, è alimentata dalle Agenzie di Stampa. Un grande quotidiano del Nord ha tamponato il problema aggiornado l'edizione on-line del numero in edicola. Ma certo i giornali che puntano ad indovinare il futuro mostrano la loro debolezza, in una ipotetica partita con la realtà si mettono da soli sotto scacco. Inutile dare la colpa ai sondaggisti, sanno bene che sbagliano e che hanno percentuali di errore.
     La scomparsa della carta stampata non è però ineluttabile: la conferma del ruolo dei quotidiani passa attraverso la capacità di capire e descrivere la società, di individuare i trend del futuro e di saperli raccontare non ad un’elite che si autoalimenta e convince, ma ad una platea ampia che va sollecitata su interessi con curiosità. In questo caso, al di là dei titoli già vecchi della mattina, i quotidiani hanno mostrato proprio questo difetto, non sono stati in grado di interpretare la società. L'informazione sembra interpretare di più i voleri di un cerchio ristretto al quale appartiene. E' un problema culturale.
    Ma c'e' anche un altro nodo. L’informazione di qualità costa, richiede ‘’reporter’’ sul territorio e non seduti dietro una scrivania. Gli editori, invece, proseguono in una politica di tagli.

3) Uscire dall’Ue è possibile e il matrimonio di convenienza non sempre funziona – E’ stato uno dei tormentoni degli ultimi anni. Lasciare l’europa non è possibile, si è detto parlando di Grexit. Certo, è vero, Atene usa l’euro e il Regno Unito no. Ma la prima pesa pochissimo nell’economia, mentre Londra è il più grande mercato finanziario europeo. Il processo però ora andrà gestito.
      I contraccolpi dei mercati finanziari hanno mostrato subito una verità che conoscono tutti. E già ci sono i pentiti che dicono ‘’ma non ci aspettavamo che questo fosse l’effetto’’. E’ un po’ quello che imparano a loro spese i coniugi che si separano: l’unione fa la forza (economica), da soli si diventa più poveri.  Ma è vero anche il contrario: un matrimonio funziona se si condividono valori e scelte, non se conviene stare insieme. Insomma i matrimoni di convenienza spesso non funzionano, anche se si parla di Stati.

4) Via l’occhio dall’ombelico, il problema della leadership non è solo italiano. Le scelte tra pancia e testa  -  David Cameron ha dimostrato di non aver letto i classici del pensiero politico britannico. Nella scelta di ricorrere al referendum ha dimenticato una delle funzioni indicate da Walter Bagehot in English Constitution, uno dei testi sacri di chi studia Scienze Politiche: chi esprime una leadership politica deve saper essere un punto di riferimento per il suo popolo, anche educativo.  Evidentemente il leader britannico non è riuscito a parlare alla testa dei suoi cittadini. E alla fine ha vinto la pancia del Paese.

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