Corte di Conti accusa: l' 8X1000 allo Stato aiuta a ristrutturare le scuole. Ma lo Stato non lo dice





    Il Governo potrebbe dire che la quota dell’8 per mille che incassa dai contribuenti che la destinano allo ''Stato'' viene utilizzata anche per la ristrutturazione delle scuole. Ma non lo fa. Rinuncia a fare pubblicità, lasciando campo libero alle diverse Chiese. E questo nonostante l'ammontare delle risorse in ballo non sia una bazzecola.

     A rilevare lo scarso interesse del governo a queste risorse non è certo un circolo di atei trinariciuti, ma i magistrati contabili della Corte dei Conti che, con un rapporto della sezione di centrale di controllo sull’amministrazione dello Stato, hanno effettuato un monitoraggio su queste risorse. Si tratta di un documento ‘’tecnico’’, il terzo che rileva anomalie e disattenzioni, ma che chiaramente mostra tutte le contraddizioni politiche della nostra società. I magistrati contabili non lo dicono, ma appare evidente il contrasto su un tema come quello dell’edilizia scolastica che il precedente governo Renzi aveva messo al primo posto nell’agenda delle cose da fare.

    La relazione della Corte, seppure con un linguaggio burocratico, non gira tanto intorno al concetto. La quota dell’8 per mille, cioè de parte di imposte che i cittadini possono destinare nella dichiarazione dei redditi a finalità sociali e religiose - spiega la Corte - dal 2015 serve anche per finanziare la ristrutturazione delle scuole. La quota delle risorse destinate allo Stato viene definita ''non del tutto insignificante''. Ma, ''nonostante le sollecitazioni della magistratura contabile - viene spiegato nella relazione - è continuata l'assenza di iniziative promozionali, da parte dello Stato, circa le proprie attività, risultando l'unico competitore che non sensibilizza l'opinione pubblica sulle proprie realizzazioni. La mancanza di informazione e di campagne promozionali, a fronte di una vivace attività delle confessioni finalizzata ad aumentare le proprie quote, ha contribuito a produrre la marginalizzazione dell'iniziativa pubblica e compromesso la possibilità di ottenere maggiori introiti, nonostante la novità costituita dalla possibilità di destinare risorse all'edilizia scolastica, tema particolarmente sentito dai cittadini contribuenti''.

     I magistrati di fatto evidenziano uno squilibrio informativo e lamentano che non saranno previste ancora campagne informative. Così - spiega la Corte dei Conti - "risulta frustrato l'intento di fornire una valida alternativa ai cittadini che, non volendo finanziare una confessione, aspirino, comunque, a destinare una parte dell'imposta sul reddito a finalità sociali ed umanitarie"

     Il rapporto, che rileva solo un miglioramento ''nella trasparenza, completezza e diffusione dei dati'' sulla distribuzione delle risorse mentre evidenza che ''restano attuali le considerazioni sulle criticità'' che erano emerse con due delibere approvate nel novembre 2014 e nell'ottobre 2015. Oltre ai controlli effettuati su alcuni Caf, che orientano le scelte, la Corte dei Conti indica tra le note critiche "l'assenza di controlli sulla gestione delle risorse", che spetterebbe al minsitero degli Interni. Le risorse affidate alla confessioni religiose - spiega la Corte - devono avere specifiche destinazioni e questo a prescindere dall'applicazione o meno di sanzioni. Vengono evidenziate 'incoerenze' anche il fatto che "nella voce 'esigenze di culto della popolazione' non possono essere ricomprese voci quali: curia diocesana, tribunali ecclesiastici, istituto di scienze religiose, clero anziano e malato, istituti di vita consacrata''.

Ps. Ho scritto su questo un servizio anche per l'Ansa. Non una riga sui giornali. Secondo voi questo tema non interessa i cittadini?

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