Casagit, otto anni impegnativi in Cda. Mi ricandido, vi racconto le cose fatte e qualche sconfitta
(di Corrado Chiominto)
Sono stati otto anni impegnativi nel Cda di Casagit, sempre al fianco dei colleghi giornalisti. Così, ora che mi ricandido con la squadra di ‘’Casagit per te’’ ho il vantaggio di poter parlare del futuro della cassa tracciando un bilancio. Posso raccontarvi delle molte cose fatte, senza nascondere quelle che non sono riuscito a fare. Oramai il nostro tempo è tiranno, i ritmi di lavoro – per me come per tutti – sono sempre più incalzanti. Allora ho scelto di concentrarmi su cinque punti. Vi serviranno solo 5 minuti di lettura.
1) UN RUOLO DI SERVIZIO: Il mio impegno
più importante è stato quello al servizio dei colleghi, svolto in tandem con il
fiduciario di Roma Mario Antolini. Volevo trasformare un ruolo di
responsabilità all’interno dei nostri organismi in un ruolo al servizio dei
colleghi. Per questo ho cercato di facilitare il rapporto tra noi giornalisti e la Casagit,
attento alle esigenze dei colleghi e alle regole della Cassa. E’ stata la cosa
più faticosa, ma anche quella che mi ha dato più soddisfazione. Ad essere
sincero penso di aver dato qualcosa, ma di aver ricevuto molto di più.
Per il futuro: non ho mai mollato
l’esigenza di alcun collega, se sarò eletto (ma anche se non lo sarò) ho
intenzione di proseguire su questa strada.
2) I CONTI: Nel Cda ho fatto un lavoro di
pungolo, ma anche di squadra. Sono entrato in Cda inaspettatamente, perché
avevo denunciato opacità nei conti e qualche rischio che mi preoccupava. Allora
il bilancio segnava un profondo rosso (19 milioni).. Ora è in attivo, le
riserve sono cresciute e la vita futura di Casagit si è allungata. Non sono
risultati che ho raggiunto da solo. Certo, grazie alla libertà di azione di cui
ho goduto, ho potuto sollecitare cambiamenti e segnalare cose da correggere. Ma
poi il lavoro è stato di squadra, cosa che non accade ovunque nei nostri
organismi. E ora i conti registrano una buona tenuta.
Per il futuro: bisogna saper
calibrare i conti in attivo attorno ad un milione di euro, mantenendo salda
l’attenzione non solo sui conti ma sulle prestazioni ai colleghi
3) SERVIZI E PRESTAZIONI: Ho fatto molte
battaglie sui servizi - dal centralino al sito, dalle comunicazioni alla
semplificazione della burocrazia - e molte anche sulle prestazioni. Fino
all’ultimo. Non sempre sono riuscito: le ultime ribadite richieste sono per un
aumento dei rimborsi per le lenti da vista e per una maggiore attenzione sulla
‘’fisioterapia vera’’ sulla quale abbiamo stretto troppo le prestazioni. Penso
su questi punti di aver preparato la strada per un miglioramento futuro. Di
certo sono sempre stato attento a calibrare il rispetto dei conti - la
necessità di fare tagli provocata dalla difficile congiuntura del settore - con
il criterio di ridurre al massimo l’impatto sui colleghi, sul tariffario. Ecco
perché ho sostenuto che l’utile annuale non deve superare il milione e che
parte del guadagni di quest’anno andavano restituiti ai colleghi sotto forma di
maggiori rimborsi.
Per il futuro: vanno potenziati i rimborsi
per le lenti e servono meno automatismi tranchat sui rimborsi della
fisioterapia sulla quale abbiamo stretto troppo. Bisogna rimborsare anche una
parte dell’Iva sui ricoveri, diventata troppo onerosa. Va riequilibrata la
contribuzione delle famiglie.
4) BATTAGLIE PERSE: Ci sono poi le
battaglie perse. Quella che brucia di più è riguarda la richiesta di un
maggiore equilibrio nella rappresentanza di genere. “Casagit per te”, il gruppo
con il quale mi sono candidato, non ha avuto bisogno di regole per attuarla. Lo
ha già fatto sia per l’elezione in consiglio generale, sia per l’ingresso in
consiglio di amministrazione dove ho lavorato al fianco di Rossella Lama con
una regola fifty-fifty. Lo abbiamo attuato anche all’Inpgi. Per altri non è
stato così.
Per il futuro: l’impegno sulla
rappresentanza di genere rimane. Io ne sono convintissimo. Come possiamo
decidere di welfare e sanità di una categoria, senza ascoltare le diverse
esigenze delle colleghe – che sono oramai maggioranza nelle redazioni - e senza
il loro apporto?
5) FUTURO DI CASAGIT: Cose da
fare ne rimangono ancora molte. Ed ecco perché mi candido. Mantengo al primo
punto l’impegno di essere al fianco dei colleghi: un impegno che rimane anche
se non dovessi essere eletto visto che oramai ho costruito rapporti stabili che
non credo perderò. L’esigenza di Casagit, invece, è quella di guardare al
futuro, diventando punto di aggregazione per altre realtà professionali e non.
Tra la sanità pubblica che si ritira e quella privata che punta al guadagno c’è
una terza strada: quella della sanità mutualistica che Casagit rappresenta. Ma
siamo troppo piccoli per guardare al futuro: la crisi del settore sta
provocando una riduzione e un invecchiamento degli iscritti. Abbiamo bisogno di
mettere a frutto il know how di gestione sanitaria allargando la nostra platea
ma mantenendo il controllo della cassa strettamente nelle mani dei giornalisti.
E’ possibile ed è necessario.
Ecco allora che vi chiedo di votare per tutta
la squadra di ‘’Casagit per te’’ che abbiamo costruito, anche con colleghi in
altre regioni. Solo se ci sono sufficienti voti in consiglio generale si potrà
poi affrontare il confronto per il Cda. Ecco perché bisogna concentrare il voto
sulla nostra quadra – fatta di colleghi eccellenti - anche se ci sono bravi
colleghi in altre liste. Noi pensiamo di non avervi delusi e certamente non
vogliamo deludervi nemmeno in futuro.
La lista “Casagit per te” del
Lazio
Corrado Chiominto (Ansa), Giovanni Innamorati (Ansa), Mario
Antolini (pensionato, fiduciario del Lazio), Rossella Lama (Messaggero),
Ambrogi Roberto (pensionato), Fiammetta Cucurnia (Repubblica), Francesco Di
Mario (Tg1), Simonetta Di Pillo (Mediaset), Andrea Grechi (Sky), Francesco
Grignetti (La Stampa), Liliana Madeo (pensionata, ex inviata de La Stampa, un
mito!), Giorgio Pacifici (Tg2), Gerardo Pelosi (Ilsole24ore), Stefania
Tamburello (Corriere della Sera).
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