La battaglia dei pagamenti. Falciani, serve una rete alternativa per risparmiare 3-5%. E per la privacy






    di Corrado Chiominto 
    Una rete di pagamenti alternativa, pubblica e trasparente. Che eviti il possibile uso - e abuso - centralizzato di dati personali. Con un effetto sicuro: quello di bypassare l’attuale sistema controllato da banche, carte di credito e – a breve – anche da società informatiche come Apple. Anche in grado di dare un tornaconto immediato a cittadini e commercianti: il risparmio del 3-5% della spesa che le grandi società finanziarie richiedono come commissione.

     E’ questa la nuova sfida di Herve' Falciani, l'ex informatico della filiale ginevrina della banca britannica Hsbc, che grazie alle sue competenze ha raccolto la lunga lista di oltre 13 mila clienti/evasori fornita poi alle autorià fiscali di molti Paesi. Un sottrazione che rischia di costargli cara, visto che recentemente il Pm della procura svizzera di Bellinzona ha richiesto per lui 6 anni di carcere per violazione del secreto bancario.

       “La battaglia per il controllo della finanza si gioca sui pagamenti’’, ha spiega ora Falciani, che è intervenuto ad un convegno sulla ‘’Grande Evasione’’ organizzato alla Camera dei Deputati dal Movimento 5 Stelle. E l’informazione che passa attraverso le transazioni monetarie sui circuiti di pagamento – è l’allarme lanciato - consente a chi le possiede di ‘’sapere di ciascuno di noi più di quanto non sappia la nostra mamma’’. Il fatto che la Visa statunitense si acquisti per 21 miliardi Visa Europe ''significa che le informazioni dei consumatori europei saranno centralizzate e gestite direttamente dagli Stati Uniti''.

     Che sul fronte delle transazioni economiche ci sia una guerra in corso è più che chiaro. Nel settore sono pronti a darsi battaglia i grandi gruppi che agiscono su internet, da Apple a Google, da Amazon a Twitter. Apple Pay, Orange Money sono sistemi di pagamenti sempre più evoluti. Si pagherà, e in alcuni casi già si paga, usando il solo telefonino. E per capire l’impatto che questo avrà sui nostri dati, non c’e’ bisogno di ricordare le polemiche sulla violazioni della privacy che hanno animato il dibattito negli Usa. Al confronto appare una sciocchezza l’uso dei dati delle fidelity Card che quasi ogni catena di vendita fornisce ai propri clienti, per ottenere l’autorizzazione all’uso di dati in cambio di qualche sconto.

    Falciani propone un’alternativa. Una rete di pagamenti – dice – ‘’libera, pubblica e trasparente’’.  E aggiunge: ‘’con un uso delle informazioni in modo controllato’’. Per questo la gestione deve essere ‘’locale’’:  “in modo – spiega – che noi stessi si possa controllare le nostre informazioni, senza permettere alle grandi imprese di conoscere di noi più di quanto non sappia la nostra mamma’’.  Il meccanismo pensato utilizza le stesse tecnologie dei grandi gruppi, la stessa di Apple Pay, ma mantiene l’informazione ad un gestore locale. E, in una chiave di lotta all’evasione, questo consentirebbe anche di evitare possibilità di aggirare il fisco, un’attività favorita dagli attuali sistemi di pagamento.

   La creazione di una nuova rete – sostiene – può nascere in due modi. Può essere realizzata sulla spinta politica, che viene dall’alto. Oppure nascere dal basso, dalla consapevolezza che i cittadini-consumatori dovranno avere del valore di un gesto semplice e ripetuto come quello del pagamento a fronte di un acquisto. Già perché, per Falciani, l’intero sistema economico – dalla finanza al fisco – passa attraverso un semplice gesto, che è quello dell’acquisto.

   L’idea alla quale l'ex informatico sta lavorando è quella di favorire la costruzione di questa rete di pagamenti con adesioni comune per comune. Una collaborazione è già nata a Parma, guidata dal primo sindaco M5s, Federico Pizzarotti. E Falciani punta ad estenderla ad altri comuni. E’ vero – spiega – che le statistiche mettono gli italiani tra coloro che usano meno sistemi di pagamento elettronico, con una media attorno al 40%. Ma il valore di queste transazioni è pari al 97% del totale.

    Per il cittadino c'è anche un 'premio', non solo in termini di maggior protezione della privacy. C'è il risparmio delle commissioni, qual 3-5% che viene applicato sulle transazioni. ''Basta prendere i dati della Bce sui pagamenti - dice Falciani - per capire che si tratta di tanti, tanti soldi".

     Insomma, la via finanziaria alla rivoluzione sociale.

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