Basta riforme delle pensioni, parola di Mattarella. Un avviso per Boeri




 
     Basta riforme delle pensioni. Parola di Mattarella. La flessibilità in uscita è una cosa, ma tornare a ritoccare i meccanismi di calcolo, anche se per riequilibrarle rispetto a chi la propria pensione l’ha costruita solo in parte con i contributi versati, non è una buona idea. Rischierebbe di minare l’intero sistema previdenziale.

       L’opinione del presidente della Repubblica, che pesa e che certamente peserà nelle prossime scelte, è passata un po' in sordina. Forse per il linguaggio un po’ involuto utilizzato ("variabilità insistita"!!!) o perché il mezzo scelto – un messaggio di  saluto per la giornata nazionale della previdenza – non era certo diretto al grande pubblico, ma solo ad un auditorio esperto.

    A leggere tra le righe, però, un vero destinatario c’è: nel braccio di ferro tra il governo e il presidente dell’Inps Mattarella si schiera con il primo, e sembra voler porre un argine al secondo. Boeri del resto, con i dati diffusi dal sito Inps attraverso la pagina "operazione porte aperte" e con i suoi interventi (l’ultimo sui vitalizi dei parlamentari) non fa altro che ricordare come molti percepiscono oggi pensioni molto più alte di quelle che avrebbero ottenuto contando i reali contributi versamenti.

    “Una variabilità insistita nelle prestazioni del sistema previdenziale – ha scritto Mattarella alle giornate della previdenza che si sono tenute a Napoli - affievolisce la affidabilità di un istituto che vede nella solidarietà intergenerazionale un fondamento della coesione sociale e un presupposto della sua tenuta, sul piano dei principi economici e dei valori solidaristici’’. Come dire, basta pensare di modificare le pensioni, altrimenti si rischia di indebolire il sistema che si regge sul consenso tra le diverse generazioni.

     Per superare il conflitto tra generazioni, tra giovani che versano ma prenderanno molto meno dei loro papà e nonni, Mattarella indica una strada precisa.  Bene l’educazione finanziaria – dice – ma bisogna soprattutto ‘’creare occasioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro.  Senza occasioni di lavoro per i giovani la crescita economica è più difficile e il rinnovamento sociale più lento’’.

       Da Mattarella, poi, arriva anche un’altra indicazione, di merito, in favore della separazione tra previdenza e assistenza.  “Le riforme introdotte negli ultimi decenni sulla strada di una piena sostenibilità del sistema di welfare, sollecitando sempre più la responsabilità dei singoli in argomento, evidenziano la necessità di evitare parimenti ogni confusione tra il sistema previdenziale di assicurazione obbligatoria e le prestazioni garantite ad ogni cittadino in ossequio al sistema di sicurezza sociale sostenuto tramite il prelievo tributario”.  In pratica, ogni intervento previdenziale deve trovare equilibrio all’interno del settore, senza ricorrere a tassazione. Quest’ultima, invece, può contribuire a costruire la sicurezza sociale, in pratica gli assegni sociali.

      Del resto Mattarella ha incrociato il tema del welfare pensionistico  molte volte quando era giudice della Corte Costituzionale. Ha partecipato a molte decisioni: dal quella che ha previsto l’estensione anche agli immigrati degli assegni di accompagnamento,  fino a quella che ha considerato illegittimo il contributo di solidarietà previsto sulle pensioni d’oro, superiori ai 90 mila euro.

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