L'Ue al bivio. Tra elezioni, Trump ed Europa a doppia velocità: un'agenda per capire



     (di Corrado Chiominto)

     L’Europa politica non andrà in frantumi. Gli attacchi di Trump al ruolo della Germania avranno l’effetto di ammorbidire Berlino e rinsaldare la traballante Ue. Il vero rischio che l’Europa dovrà affrontare, invece, è quello di una sottile stagnazione economica, alla quale è legato il nodo dell’occupazione, soprattutto per i giovani.
    Il timore che il vento anti-europeo tiri sempre più forte bloccherà ogni possibile decisione di cambiamento nei prossimi mesi, almeno finche’ non saranno superate le importanti scadenze politiche che riguardano Francia, Germania e, anche se le date non sono ancora fissate, l’Italia, cioè tre importanti Paesi fondatori dell’Europa unita.

    Fino ad allora tutto rimarrà bloccato e anche il confronto tra Ue e Tesoro italiano sui conti pubblici si concretizzerà in un inutile balletto con botta e risposta già scritti, dovuti al gioco delle parti con dietro lo spauracchio della procedura di infrazione che non si è mai tradotta concretamente in pesanti sanzioni economiche. E -sia detto sommessamente - alla luce dei fatti la lettera poco dettagliata sulle misure da prendere, inviata dall’Italia all’Ue, non serviva a fare melina con la Commissione europea, ma a piuttosto a non spaventare l’opinione pubblica italiana che comunque una manovrina da 3,4 miliardi dovrà affrontare. 

      Ma se si guarda alle dinamiche europee, due sono gli aspetti a cui fare attenzione.

     Il primo aspetto è quello della volontà dei cittadini: le elezioni. Si parte dall’Olanda e subito dopo si passa alla Francia, dove il ruolo di partiti anti-Europei potrebbe essere determinante. Vinceranno o meno le elezioni, questi partiti sono dati in forte crescita e costringeranno l’Europa a ripensarsi profondamente, cercando nuovi obiettivi.

      Il secondo aspetto riguarda invece il ruolo della Germania, che - accusata da Trump di speculare sul cambio per favorire la propria forza commerciale e difesa da Draghi che ha anche incontrato la cancelliera tedesca -  dovrà però risolvere il problema del proprio surplus commerciale che penalizza gli altri Paesi. Ma soprattutto dovrà avere la forza di tracciare un’alternativa all’euroscetticismo. La proposta di un’Europa a velocità multipla - lanciata dalla Merkel in occasione del vertice di Malta dello scorso fine settimana - se punta a creare Paesi di serie A e Paesi di serie B accelererà la frammentazione. Potrà invece essere elemento di rinascita se riuscirà a trovare temi condivisi (anche l’immigrazione) sui quali più Paesi - e chi vuole rimane fuori - possano ritrovarsi con una cooperazione rafforzata: insomma non un passo indietro ma uno avanti nella costruzione di una nuova Europa. Per questo anche l'incontro tra il presidente della Bce, Mario Draghi, visto da molti come un'ancora contro l'euroscetticismo, e la cancelliera tedesca è sicuramente uno dei passaggi da osservare con attenzione per comprendere cosa potrebbe accadere al Vecchio Continente.

   Ecco allora un calendario da tener ben presente per leggere e valutare il confronto, tra fibrillazioni e forzature giornalistiche, che caratterizzerà sempre di più i prossimi mesi, sia in campo politico sia in quello economico. Nella speranza che lo ‘’spread’’ che per carattere è sgarbato - come ha ricordato il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan - non tenda troppo la corda.

   15 marzo, l’Olanda:  E’ la data delle elezioni nei Paesi Bassi. Qui l’ipotesi di un premier anti-Ue non e'  fantascientifica. Una vittoria dell'euroscettico di estrema destra Geert Wilders del Partij voor de Vrijheid (Partito per la Liberta',Pvv) non e' assolutamente da escludere. Il rischio concreto per l’Europa è che ne nasca un effetto domino, perché le elezioni successive sono quelle dove le sorprese sono più che possibili.

   25 marzo, ricorrenza dei trattati di Roma. Per l’Europa sarà il momento della controffensiva, che si gioca in Italia, nella capitale guidata ora dalla sindaca dell’euroscettico M5s, Virginia Raggi. In occasione dei 60 anni dalla nascita del trattato potrebbero arrivare novità. E’ in questo contesto che la cancelliera tedesca Angela Merkel ha parlato di introduzione di un’unione con Paesi a diverse velocità. Tutti hanno pensato alla creazione di un’Europa con un gruppo di Paesi di testa, che guardi ai parametri economici raggiunti. Ma molto probabilmente la proposta della Merkel è quella di creare dei meccanismi di cooperazione rafforzata su singoli argomenti. E’ quello che è già accaduto, ad esempio, per la tassazione delle transazioni finanziarie internazionali. E’ quello che potrebbe e dovrebbe accadere anche per l’ospitalità ai migranti, con la creazione naturale di gruppi coesi di Paesi che condividono una visione e responsabilità comuni.


   7 maggio, la Francia: i francesi votano con il doppio turno, il ballottaggio. Il primo turno è fissato per il 23 aprile, il secondo il 7 maggio. I candidati più forti sono l’euroscettica Marin Le Pen del partito di destra Front National che potrebbe diventare la compagine più forte, ma che difficilmente potrebbe superare il secondo turno. Ha dichiarato che con lei la Francia uscirebbe dall’Ue e dalla Nato e, questo, insieme all’indebolimento del suo contendente dell’area di centro destra ha riacceso la miccia dei mercati, con lo spread francese, e quello dei Paesi più indebitati come l’Italia, che è tornato a salire.
   Già perche’ al momento appare in disgrazia il candidato repubblicano, Francois Fillon, che correva per il centro-destra,  e che veniva dato come possibile vincente dopo che la Francia esce dalla guida di Francois Holland. Ma Fillon, coinvolto in uno scandalo relativo all’incarico, e lo stipendio, che la moglie e i figli avevano ottenuto come assistenti parlamentari, traballa ora fortemente. Prima ha negato, poi ha dovuto scusarsi ed ammettere, aggiungendo ‘’ma è tutto legale’’.
   A spuntarla potrebbe essere Emmanuel Macron candidato del movimento ‘’en Marche!’’, un partito indipendente da lui fondato che certo guarda però al centro pur venendo da sinistra. Macron è stato uno stretto collaboratore di Hollande e che il 15 novembre si è dimesso da ministro dell’Economia proprio per correre per l’Eliseo. Poche chances ha invece il candidato socialista Benoit Hamon.


  25 settembre, la Germania - Le elezioni si terranno il 25 settembre e serviranno a rinnovare il Bundestag, cioè la Camera tedesca. I candidati con maggiori chances sono il premier uscente Angela Merkel dei cristiano democratici della Cdu/Csu  e il socialista Martin  Schulz, fino a poco fa presidente del parlamento europeo e noto alle cronache italiane per essersi preso l’insulto di capo’, cioè di comandante di un campo di concentramento, da parte di Silvio Berlusconi. Ci sono anche una candidata più a sinistra, si chiama Katja Kipling di Die Linke e all’estrema destra il partito Afd (Alternative fur Deutscheland) con il candidato Franke Petry indietro nei sondaggi. Se vincesse la Merkel sarebbe al suo quarto mandato.

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