Il codicillo pro-Cavaliere, puntuale come l'orologio a Cucù. E l'opacità delle leggi, quella sì da rottamare.




   (di Corrado Chiominto)

     Il codicillo pro-Berlusconi  è quasi più puntuale di un orologio a cucù.  Scovarlo è come trovare la soluzione di un gioco di società natalizio o una intrigante Caccia al Tesoro.  Le variabili sono moltissime. Le finalità quasi sempre le stesse, anche se con modalità e strategie diverse.

      Le norme con impatto positivo sulle vicende giudiziarie o personali dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono un po’ come Zelig. E negli ultimi 20 anni hanno preso le forme più diverse. Wikipedia gli dedica un apposito capitolo e ne elenca17.

      Chi, per lavoro, è costretto a leggere i testi che approdano in Parlamento deve tenere le antenne sempre sintonizzate sul tema. Il codicillo ad personam è arrivato con un testo presentato dal Governo, oppure con un voto notturno di una commissione Parlamentare. Ha preso l’aspetto di un emendamento, avanzato da un parlamentare-peones sconosciuto ai più,  oppure quello di un decreto delegato (come l’ultimo caso relativo alla soglia del 3% sulle frodi fiscali).  Ma nel passato è bastato anche un regolamento che desse una interpretazione ad hoc, per consentire ad una norma ‘’generale’’ di avere anche un risvolto ‘’particolare’’ (è accaduto, ad esempio,  per l’ applicazione dei benefici fiscali della Tremonti bis).

         Spesso il fisco è stato il terreno privilegiato degli interventi. E alcuni non vengono nemmeno contemplati nell’elenco stilato da Wikipedia. Ma il tam tam ha indicato gli interessi personali di Berlusconi quando, per più anni, tra gli emendamenti della legge di Stabilità, è spuntata una norma che consentiva di definire le modalità per una ‘’successione’’ anche per la cosiddetta quota di ‘’legittima’’, quella – in pratica – che va per diritto ai figli. In molti l’hanno collegata con la necessità di definire per i figli di due diversi matrimoni l’assetto dell’impero berlusconiano, blindando le soluzioni trovate a livello familiare anche da possibili ricorsi di eventuali figli ancora non conosciuti.

     La via del fisco  stata seguita anche nel  2010, quando con un emendamento, è stata introdotta la possibilità, per chi avesse cause fiscali pendenti da più di 10 anni, anche dopo due gradi di giudizio positivi, potesse chiudere tutto pagando solo il 5% del contendere. Le opposizioni hanno parlato di norma ‘’ad aziendam’’. La controprova  è arrivata con un anno di ritardo quando, nella risposta ad una interrogazione, si è scoperto che era servita a Mondadori per chiudere una causa con il fisco, pendente in terzo grado di giudizio, pagando 8,6 milioni sui 173 chiesti dal fisco.  Della norma di fatto usufruirono in totale 66 aziende per un incasso totale del fisco di 13 milioni, un valore nel quale la quota di Mondadori pesa per quasi il 75%.

      Certo la norma inserita durante il ‘’Consiglio dei Ministri di Natale’’ della bozza di decreto delegato sulle sanzioni del fisco è,  tra le ultime emerse, la più sfacciata di tutte. "Non usare la bozza del decreto - mi ha suggerito affrettatamente un fonte nel tardo pomeriggio del 24 dicembre - in Cdm sono state cambiate le soglie di punibilità penale"

     La filosofia del fisco era chiara: la riforma delle sanzioni avrebbe dovuto dare certezze alle imprese, elevando la soglia sull’evasione che può essere dovuta ad errori o interpretazioni – evitando così i casi-boomerang come Dolce e Gabbana. Ma, contemporaneamente, il governo aveva assicurato di non voler  abbassare la guardia su chi per evadere mette in atto tutta una serie di attività tese a depistare il fisco, come nel caso di una ‘’frode fiscale’’, dalle fatture false alle triangolazioni internazionali, in un crescendo di artifizi sempre più complicati.

      Il voler introdurre una soglia per depenalizzare penalmente il reato di frode sotto la soglia del 3% del fatturato, invece avrebbe quindi tradito questa filosofia.  Per le grandi aziende, tanto per capirci, avrebbe consentito di 'costruire' un’ evasione astronomica senza essere incriminati. Sarebbe come consentire a qualcuno che vuole truffarti di mettere le mani nel nostro portafoglio visto che, a guardare bene, i conti dello Stato appartengono ai cittadini, che vi contribuiscono direttamente. 

       Per scendere nel caso specifico di Berlusconi, la condanna in via definitiva, con interdizione dai pubblici uffici, riguarda una frode che – qualcuno ha calcolato – equivale  a meno del 2% del fatturato di Mediaset.  Così, con una norma introdotta all’ultimo minuto alla vigilia di Natale, l’ex presidente del Consiglio – secondo alcune interpretazioni - avrebbe potuto chiedere di rivedere la sua pena. In particolare le norme accessorie come quella che lo ha privato dei diritti politici e che quindi lo mette fuori gioco in vista di eventuali elezioni politiche. Una riabilitazione per la quale non sarebbe più servito alcun atto di clemenza da parte della Presidenza delle Repubblica, atto di clemenza che Napolitano – oramai vicino alle dimissioni – ha voluto nemmeno esaminare (non essendo arrivata una specifica richiesta del ‘condannato’).

    Uno dei nodi della vicenda riguarda la trasparenza decisionale: chi è il papà della norma. Le leggi ad personam si nutrono proprio dell'opacità che caratterizza, sempre di più, l'iter di formazione delle leggi in Italia. Sembra un nodo tecnico, ma è invece un problema reale per il Paese.

      Ma nel caso specifico il fatto è chiaro: la scelta è stata fatta nel Cdm, anche perchè dalla bozza (che non conteneva la norma) alla pubblicazione il governo è stato celerissimo: già il 24 dicembre, mentre tutti si sedevano a cena per il cenone della vigilia, il testo corretto è stato pubblicato sul sito Governo.It .  Spesso, invece, i provvedimenti vengono approvati ‘’salvo intese’’: significa che vengono rimaneggiati, anche per molti giorni, prima di essere pubblicati ufficialmente. Tant’è che i giornalisti, che una volta andavano all’inseguimento delle bozze, lavorano ora anche sulle indiscrezioni di modifiche dei giorni successivi: e su questo IlSole24Ore è imbattibile.

       Comunque nonostante l’ok del Cdm alcuni decreti hanno visto la luce solo dopo molti giorni, talvolta anche una decina, in barba ai principi costituzionali di necessità e urgenza. Vedrete, questo sarà uno dei primi temi all'ordine del giorno per il prossimo Presidente della Repubblico. Già perchè in questa ‘pausa’  il testo viene rimaneggiato e nessuno sa da chi. E' un po' quel che è accaduto con l’ultimo maxi emendamento alla legge di Stabilità: ha bloccato per due giorni i lavori del Parlamento, mentre qualcuno  - altrove  - scriveva le norme che sarebbero state approvate con voto di fiducia in piena notte. Ecco, lo si può dire senza tema di smentite, questa non è certo una procedura alla luce del sole.


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