Renzi cambia schema, arrocco a Berlusconi. Si configura assetto pre-elezioni

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   (di Corrado Chiominto)

    Renzi cambia schema. E come un'irrequieto Gasparov sulla scacchiera politica italiana mette all’angolo il Berlusconi-Karpov con un velocissimo arrocco. Sceglie di passare velocemente da una maggioranza possibile sulle riforme ad un’altra per approvare il presidente della Repubblica. E lo fa mettendo gli avversari di fronte ad una scelta ‘neutra’, con un politico di caratura costituzionale dal  pedigree di uomo dai valori e di vittima della mafia. Una scelta difficile da rifiutare.

      Così la politica italiana cambia assetto. E Renzi, spesso descritto come un Berlusconi in erba, torna a dare una nuova scossa. Prepara un assetto pre-elezioni che potrebbe essere utile se si dovesse andare alle urne, magari ad ottobre dopo aver approvato l’Italicum. Il nuovo sistema elettorale deve infatti superare l’ultima lettura della Camera dove il Pd ha una maggioranza più che autosufficiente. E non è detto che non si riesca anche ad approvare la riforma del Senato.

      Berlusconi ha fatto un errore politico. Il no contro Mattarella, come ‘vendetta’ postuma della protesta che fece dimettendosi da ministro contro la legge Mammì (legge alla quale il Silvio televisivo deve parte della sua fortuna), rischia di trasformarsi in un boomerang. Avere un presidente della Repubblica ostile per i prossimi 7 anni non è una scelta da prendere a cuor leggero, tanto che - sussurrano i bene informati -  tra le scelte strategiche sul tavolo del condannato ai servizi sociali nell'ospizio di Cesano Boscone ci sarebbe anche quella di fare una virata dell’ultimo momento per dare il suo voto favorevole. Una virata che non è esclusa anche da M5s, questa volta in chiave anti-berlusconiana.
  
      Di fatto la nomina del nuovo presidente della Repubblica vede di nuovo la creazione di schieramente pre-elettorali. Avete mai pensato che Pd e Ncd potessero condividere un programma elettorale e uno schiaramento comune? Come appare naturale Ncd torna a coordinarsi con Forza Italia e il Pd – conscio della sconfitta di Veltroni che scelse di correre da solo – non può che guardare ad alleati di sinistra. Con un pizzico di strabismo: cioè spostando il partito a destra.

       Ma non c'è solo capacità di sorprendere nella scelta di Mattarella fatta da Renzi. C'e' anche continuità. Mattarella sarà di certo utile al Paese. Ha molte doti, e anche qualche difetto. Tra i suoi nei c’è quello di non avere una caratura internazionale. All’estero non è conosciuto. Ma la sua figura è sicuramente quella di un politico anti-Mafia, visto che la criminalità organizzata siciliana gli ha ucciso il fratello Piersanti. Così diventa una automatica risposta agli stereotipi stranieri di Italietta descritta sempre come Mafia, pizza e mandolino. Ma non solo come immagine. L'arrivo di Mattarella al Colle è un avvertimento concreto ad una Mafia sempre più strisciante, gattospardesca, inserita nel mondo dei colletti bianchi dell'economia.
   
     Mattarella, poi, conosce in profondità la Carta Costituzionale. Certamente riporterà equilibrio ad un sistema legislativo che, come ha potuto osservare anche dalla poltrona di giudice costituzionale, spesso crea guasti alla democrazia a causa di un iter sempre più opaco. Il rispetto di regole e valori sarà uno dei suoi punti fermi. E, per un Paese che spesso piega regole e valori al cospetto del vincitore di turno dando l'impressione di un continuo andamento ondulatorio, il ritorno ad un maggiore equilibrio farà bene anche alla crescita e all'economia. Più di uno sgravio fiscale.



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