Disoccupazione: Renzi, le promesse e i numeri veri





     La disoccupazione? ‘’Vedrete che nei prossimi mesi torneremo sotto la doppia cifra’’. Promette rapidi risultati il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, proprio mentre la disoccupazione tocca il picco più alto mai registrato, il 13%. A guardare le serie storiche, che partono dal 1977, non si trova un valore più alto.

     Le parole del premier sono chiare e il conto da fare e’ semplice. Una riduzione della disoccupazione che ne porti il tasso sotto il 10% richiederebbe un calo di almeno 780 mila disoccupati. Il calcolo e’ possibile in base ai dati diffusi dall’Istat che conta pari a 3,3 milioni il numero dei disoccupati, a fronte dei 25,5 milioni di cittadini inseriti nella cosiddetta forza lavoro (che misura occupati e disoccupati insieme). Se fosse al 9,9% le persone in cerca di lavoro sarebbero 2 milioni 520 mila e servirebbe, rispetto al valore attuale, un taglio del 24%.

     ‘’Abbiamo ancora molto da fare. E’ il momento di rimettersi a correre’’,  ha anche detto Matteo Renzi. Certo, se quello è l’obiettivo sarà necessario fare qualcosa in più: al momento e’ in vigore il decreto lavoro, che semplifica l’apprendistato e i contratti a termine (rendendo il tutto ancora più flessibile) mentre il disegno di legge delega, quello che dovrebbe  contenere il vero e proprio jobs act, non solo utilizzerà uno strumento normativo ‘’lento’’, ma al momento è desaparecido mentre nel calendario renziano doveva arrivare entro marzo: bisognerà quindi attendere ancora per avere il contratto unico a tutele decrescenti e gli ammortizzatori sociali universali.

    Anche per il decreto legge le molte polemiche sembrano aver rallentato l'iter: le ultime indiscrezioni parlano dello slittamento di una settimana del termine per gli emendamenti, che si ipotizzava potesse essere fissato per Venerdì prossimo.

      Per comprendere quale è il passo della corsa che l’Italia dovrebbe avere per far trovare lavoro ad almeno 780 mila disoccupati e’ utile sapere che significherebbe due anni di crisi: per trovare un tasso di disoccupazione sotto il 10% bisogna risalire al gennaio 2012. Allora il livello aveva toccato il 9,5% e salì al 10% nel mese successivo. Le forze lavoro ammontavano ammontavano a 25,4 milioni e i disoccupati superavano di poco i 2,4 milioni. Volendo raggiungere il target entro la fine dell'anno, a partire da maggio occorrerebbe scegliere il galoppo più che il trotto, riducendo l'esercito dei senza lavoro di circa 100 mila unità al mese.  Lo sforzo al momento appare titanico. E il dubbio è amletico: si riuscirà a ridurre lo spread tra il governo del dire e il governo del fare?

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