La Sla mi mette paura. E il secchio d'acqua gelata è una cosastupida... che fa bene
+++Aggiornamento due anni dopo +++
Un gene all'origine della Sla individuato dai scienziati grazie ai fondi raccolti con le secchiate. Ecco, io l'ho fatta ed ho contribuito. Una cosa stupida che fa bene. Sono contento di averlo fatto. Ringrazio chi mi ha nominato e chi, nominato da me, ha partecipato a questo gioco serissimo...
++AGGIORNAMENTO++
In attesa della secchiata ho fatto il versamento e, in coda, ho messo qualche riferimento al tema dell'Eutanasia che, nonostante ora si parli tanto di Sla, sembra completamente scomparso dai radar dell'informazione. Ed invece è strettamente connesso a questa terribile malattia.
++AGGIORNAMENTO N.2++
Ecco la secchiata
https://www.facebook.com/video.php?v=10203969963361814
In attesa della secchiata ho fatto il versamento e, in coda, ho messo qualche riferimento al tema dell'Eutanasia che, nonostante ora si parli tanto di Sla, sembra completamente scomparso dai radar dell'informazione. Ed invece è strettamente connesso a questa terribile malattia.
++AGGIORNAMENTO N.2++
Ecco la secchiata
https://www.facebook.com/video.php?v=10203969963361814
La Sla mi
mette paura.
Mi spaventa all'infinito la sola idea di rimanere imprigionato con una mente attiva in un corpo che non reagisce. Per affrontare una cosa che spaventa, ci sono
solo due modi: il primo è fare finta che non esiste, che non ti riguarda; il
secondo è guardarla in faccia senza timori, esorcizzandola – magari – con un
pizzico di leggerezza. Quest’ultima è la strada percorsa dall’iniziativa
virale che viaggia in rete sotto l’hashtag di #IceBucketChallenge: una
secchiata d’acqua accompagnata da un versamento in favore della ricerca sulla
Sla.
Avevo
scritto il 15 agosto in un tweet: “Un secchio di acqua gelata in testa per
aiutare la Sla. Talvolta una cosa stupida aiuta a raggiungere obiettivi seri #ALSIceBucketChallenge”. Il collega
dell’Ansa Michele Baccinelli deve avermi preso sul serio e, prima di congelarsi
con una secchiata (eccola), mi ha nominato, insieme ad altri due colleghi. In attesa di rispondere per le rime, l’unico
modo serio per agire mi e’ sembrato quello di tirare fuori la testa da sotto la
sabbia e fornire qualche indicazione rapida ed essenziale per avere
informazioni e per contribuire alla ricerca.
Ecco allora la pagina per fare la donazione all’associazione americana
che si occupa di Sla e che sta in questi giorni facendo man bassa di donazioni (ecco come versare on line). Questo quello per
fare il versamento on line all’associazione italiana o per dare un contributo con un bonifico sul
conto corrente (nella pagina tutti i modi per fare donazioni) . E, se qualcuno deve ancora fare il modello
Unico, rimane ancora la possibilita’ di dare il 5 per mille all’associazione
italiana. Questo e’ il numero del codice fiscale dell’Aisla (l’associazione
italiana) da indicare nell’apposito spazio: 91001180032.
Perché la Sla mi mette paura? Basta leggere cosa scrive wikipedia con
distacco enciclopedico per capirlo (la Sclerosi_laterale_amiotrofica su wikipedia). Completissimo anche il sito dell’Aisla (la malattia) :
spiega cos'è, come diagnosticarla (e quali i primi sintomi) ma anche che
non esistono cure, se non un farmaco che ne rallenta il decorso. Contiene anche
una bussola dentro le norme che aiutano le famiglie con un malato di Sclerosi
multipla (qui)
Non posso dimenticare il mio impegno in Casagit, la cassa sanitaria dei giornalisti nella quale
sono al secondo mandato come consigliere di amministrazione (secondo e ultimo
perché credo nel turn over). La Cassa prevede, oramai da tempo, un contributo per aiutare i colleghi non
autosufficienti o che hanno familiari non autosufficienti.
Al momento sono circa 600 i giornalisti (e familiari) che ne usufruiscono e, tra loro, qualche decina di ammalati di Sla. Questa assistenza è un fiore
all’occhiello della cassa dei giornalisti, un aspetto che fortunatamente molti
ignorano. Ma che c’e’. L’obiettivo e’
quello di integrare il reddito delle famiglie che devono soprattutto affrontare
la prova di un’assistenza continuata con l’impiego di persone in casa. Le norme
(che fino ad un anno fa davano molto ai malati di Altzeimer e molto meno agli
altri) sono state recentemente modificate per aumentare il contributo proprio
per malattie più invalidanti, tenendo conto anche di contributi già ricevuti
sotto altra forma e del reddito (per saperne di più).
"Non vorrai mica evitare la secchiata?", mi ha detto Baccinelli. Arriverà...arriverà.
Ps. L'EUTANASIA E LA SLA, UN TEMA DIMENTICATO. Il ‘’gioco’’ #IceBucketchallange ha richiamato l’attenzione
sul problema della Sla con l’obiettivo di dare slancio e fondi alla ricerca. Ma
uno dei nodi più strettamente correlati con malattie così invalidanti è quello
della possibilità di essere padroni della propria vita…e della propria morte. La
goliardia del gioco ha nascosto il dibattito sull’eutanasia, che invece nel
passato si è scaldato proprio su casi di Sla, come quello di Coscioni. Non e’
un caso che l’associazione nata dopo la
sua morte è tra le più battagliere.
Io sono convinto
che ciascuno deve avere la liberta di poter scegliere, davanti alle difficoltà reali
della vita, la strada dell’ eutanasia, che poi significa ‘’buona morte’’. Credo sia un diritto – e che
questo diritto sia una di quelle cose che da valore alla vita. Credo inoltre che
nessuno, in base ai propri principi etici o religiosi, possa annullare questa
libertà fondamentale.
Ecco allora
qualche indirizzo per informarsi. Il sito dell’Uaar ha una pagina molto
dettagliata sul tema (http://www.uaar.it/laicita/eutanasia)
con approfondimenti sulle iniziative in corso e sugli aspetti giuridici della
vicenda. Ovviamente anche il sito dell’associazione di Luca Coscioni e’ una
tappa obbligata (http://www.lucacoscioni.it/ ) .
Ma nel mio cuore, se devo indicarvi un’associazione
da seguire, vi segnalo ‘’Libera Uscita’’, l’associazione per il diritto a
morire con dignità (http://www.liberauscita.it/online/) della quale è stato presidente Giarncarlo
Fornari. E’ una delle persone più speciali che ho incontrato nella mia vita
professionale e, con il ruolo di direttore dell’ufficio dei rapporti con il
contribuente del ministero delle Finanze, e’ stato uno dei più battaglieri
innovatori. A lui dobbiamo le vere semplificazioni di adempimenti e
di linguaggio che il fisco italiano ha realizzato per abbandonare il suo passato ‘’lunare’’.
Ma di battaglie ne ha fatte tante, come quella per l’open source nella pubblica
amministrazione e, con Libera Uscita, per l’eutanasia.
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