2013 anno perso. Governi giocolieri con le tasse mentre famiglie hanno tagliato su cibo e medicine.



    Niente sviluppo e nessuna luce in fondo al tunnel. Il 2013, nonostante i costanti appelli all’ottimismo, è stato per l’Italia l’anno della palude, con il Paese intrappolato nelle sabbie mobili di una contrazione dell’economia e di una crescita, ancora molto forte, del debito pubblico. Un anno che ha lasciato tracce indelebili anche sui bilanci familiari: il peso del fisco è sceso meno di quanto promesso, con un governo giocoliere che con una mano sembra dare (il calo Imu) ma con l’altra prende. L’effetto finale? Le famiglie hanno stretto la cinghia anche su cibo e medicine.

        L’Istat ha tirato la linea sui conti pubblici 2013. Il bilancio è impietoso. E’ stato un anno perso quello nel quale dovevano essere prima evidenti  gli effetti del governo tecnico di Supermario e poi lo slancio delle elezioni rinnova-Paese.

     La crescita si e’ fermata sotto le stime del governo, nonostante siano state ritoccate più volte in negativo. E’ la conferma di una dura recessione: il Pil ha segnato -1,9% rispetto ad un 2012 che già aveva segnato una contrazione del 2,4%. Di fatto la crisi ha cancellato 13 anni di sviluppo, portando il valore della ‘’ricchezza prodotta’’ sotto i livelli del 2000.

        E le tasse? La pressione fiscale, scesa dal 44 al 43,6% - visto il rullare dei tamburi dovuto alla cancellazione dell’Imu sulla prima casa – è davvero un segnale inesistente. Mostra che quello che si e’ dato con una mano è stato preso con l’altra. A conti fatti c’e’ stata la stessa destrezza e teatralità di un giocoliere al semaforo, dove la meraviglia per l’acrobazia dura una manciata di secondi con l’automobilista che, dopo aver lasciato un piccolo obolo, rientra nel tran tran della quotidianità.

      I consumi delle famiglie fotografano benissimo un anno da dimenticare. Il 2013 è stato durissimo. Le spese si sono ridotte, in totale, del 2,5%. Le famiglie hanno tagliato anche sul cibo (-3,1%, mettendo a tavola 3,6 miliardi in meno di prodotti alimentari) e sulla sanità (-5,2% con una riduzione di 1,6 miliardi tra visite e medicine). Certo non sono più i tempi delle palandrane rammendate ben descritte dalla letteratura russa: ora vengono riciclati giubbotti e scarpe:  anche per questo capitolo di spesa la riduzione e’ stata del 5,2%,  un risparmio di 3,2 miliardi che certo non ha aiutato uno dei settori chiave del made in Italy, in una spirale recessiva facile da immaginare.

     La ‘’palude’’ dei conti 2013 non rappresenta quindi un buon viatico per il 2014. Immagino ora i dubbi del governo alle prese con il taglio dei cuneo fiscale: ridurre l’Irap per rilanciare il Pil attraverso la produzione, o tagliare l’Irpef per dare nuovo slancio all’economia attraverso i consumi delle famiglie? A Renzi l’ardua sentenza.


Ecco nella tavola dell'Istat la ''spending review'' che le famiglie hanno fatto alla propria spesa:

'Tavola 23. Consumi delle famiglie sul territorio economico - Valori concatenati - anno di riferimento 2005
                 
(variazioni percentuali sull'anno precedente)








FUNZIONI DI CONSUMO
2009
2010
2011
2012 (a)
2013 (a)

Alimentari e bevande non alcoliche
-2,2
0,5
-1,2
-2,8

Bevande alcoliche e tabacchi
-3,1
-0,7
-0,9
-4,2
-3,3

Vestiario e calzature
-6,3
3,5
0,8
-9,8

Abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili
1,3
1,0
-0,3
-0,6
0,0

Mobili, elettrodomestici e manutenzione della casa
-6,8
4,5
-0,7
-5,4
-4,0

Sanità
-2,2
1,0
6,8
-1,1
-5,7

Trasporti
-1,7
-2,8
-3,9
-8,3

Comunicazioni
-0,3
4,7
1,0
-3,0
-3,2

Ricreazione e cultura
-0,2
5,4
1,9
-4,6
-3,1

Istruzione
1,1
0,1
-0,2
-2,7
-2,3

Alberghi e ristoranti
-0,3
1,0
0,9
-1,7
-2,1

Beni e servizi vari
-3,3
4,4
1,5
-3,9
-2,7

Totale sul territorio economico
-1,8
1,5
-0,1
-3,8
-2,5

di cui : Beni
-3,3
1,7
-1,4
-6,5

di cui: Servizi
-0,3
1,4
1,1
-1,3









(a) Dati provvisori                                      






     
   

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