Lo scambio virtuoso. Prendi il sussidio di disoccupazione, aiuti la comunità locale



   Un nuovo modo di immaginare una comunità. Chi si trova in difficoltà col lavoro viene aiutato con una integrazione di reddito (Cig o indennità di disoccupazione) e in cambio contribuisce a migliorare la comunità in cui vive offendo impegno e servizi. L'idea, una vera e propria chiave di volta in un Paese che conta tanti disoccupati e bilanci comunali in perenne difficoltà, è contenuta nella riforma degli ammortizzatori sociali previsti dal ddl delega approvato la scorsa settimana dal governo Renzi.
 
      Già oggi è previsto per chi sta in CIG o percepisce l'indennità di disoccupazione dovrebbe seguire corsi di aggiornamento. Ora questo obbligo disatteso potrebbe essere sostituito con l'impegno a contribuire a risolvere piccoli problemi locali. Riordinare una biblioteca o ridipingere una scuola, gestire uno spazio di verde pubblico o aiutare gli anziani alle poste o con il fisco: a chi riceve un sussidio sarà chiesta disponibilità a piccoli lavori, e i benefici per la comunità sarebbero moltissimi.

     Provo ad elencare perchè l'idea mi piace.

- Punta a creare una società più solidale
- Toglie al cassintegrato-disoccupato l'immagine del perdente che pesa su una società
- Lo reinserisce con un ruolo attivo nel tessuto sociale
- Fornisce nuove opportunità di creare servizi, altrimenti irrealizzabili perché diseconomici.
- Evita di dissanguare ulteriormente le esangui cassa comunali
- Permettere di aiutare anziani e bambini, in attività spesso costose (dal disbrigo di pratiche alla realizzazione di corsi per utilizzare in chiave domestica le conoscenze di chi non ha momentaneamente lavoro). Vuoi immaginare che felicità potrebbe creare un cuoco o un musicista.
- Può porre le basi per sperimentare nuove modalità di rispondere alle esigenze dei cittadini.                                                            

       Nel Paese nel quale il volontariato è una realtà importante si potrebbero liberare nuove energie e, magari un po' utopicamente, pensare di creare un mondo migliore.

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