Le dichiarazioni Irpef e l'Italia da cambiare, tra fisco e rabbia




      Non so se la rabbia sale piu per le differenze di reddito. O per la chiara evidenza che l'evasione delle tasse è una pratica così diffusa. Ma certo le statistiche delle dichiarazioni dei redditi hanno un po' l'impatto di Tangentopoli. Tolgono il velo ad una realtà che tutti intuiscono, ma che le tabelle delle Finanze rendono tangibili. Tanto da far serrare i pugni.

       Non può non colpire allo stomaco il fatto che un 5% di fortunati dichiara il 23% del reddito imponibile nazionale, pari a metà dei contribuenti, quelli più poveri. Sopra i 300.000 euro c'è solo lo 0,07% dei contribuenti, in pratica i manager pubblici e poco altri.

    Ci sono invece quasi 10 milioni di cittadini che dichiara redditi così bassi da non pagare l'Irpef, un destino che unisce poveri ed evasori. Impossibile per il fisco distinguerli se non con controlli attenti ma non invasivi.

       Già perché è evidente che i redditi dichiarati al fisco non sono quelli reali. Possibile che l’80% dei lavoratori autonomi dichiari un reddito sotto i 20 mila euro lordi? In pratica 1.600 euro lorde al mese, la paga di un’operaio specializzato o di una maestra elementare? Ma non quadra nemmeno che gli imprenditori (anche se sono tutte ditte individuali spesso senza dipendenti, come dice la Cgiamdi Mestre) possano dichiarare meno di un lavoratore subordinato.

       Il problema è però ancora più generale. Un reddito medio lordo di poco superiore ai 19 mila euro dichiarato per il 2012 al fisco racconta di un Paese pieno di furbizie fiscali, da sdradicare.

       Che dire poi delle differenze territoriali di reddito. Ripropongono un Paese diviso in due, con un Sud che arranca e che si arrangia (col fisco). E questo anche se generalizzare è sempre un errore per raccontare una realtà così complessa come quella fiscale. Un esempio? I lombardi dichiarano il reddito medio più alto (23.320 euro), ma poi quando vanno alla cassa versano meno dei contribuenti del Lazio (in media 5.970 euro), cioè meno di quella Roma Ladrona dalla quale si chiede restituzione dei soldi. Già la realtà è sempre complessa e fuori dagli stereotipi.

     Ecco, i dati delle dichiarazioni dei redditi descrivono sempre un Paese immarcescibile, sempre con vecchi mali. L'importante è non farci l'abitudine, pensando che sia una realtà immutabile.

La sintesi dei dati delle dichiarazioni (elaborata dal Ministero dell'Economia) :
http://www1.finanze.gov.it/analisi_stat/contenuti/Comunicato_stampa26mar2014.pdf

L'analisi dei dati fatta dal dipartimento delle Finanze (più approfondita)
http://www1.finanze.gov.it/analisi_stat/contenuti/Comunicato_stampa26mar2014.pdf

L'accesso - open data - a tutte le tabelle (per chi non si accontenta)
http://www1.finanze.gov.it/analisi_stat/index.php?tree=2013

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