Confessioni di un tax journalist seriale. Lo scontrino è parte dellamia fortuna



   (di Corrado Chiominto)


      Lo confesso. Devo allo scontrino fiscale un pizzico della mia fortuna. No. Non faccio il commercialista. E nemmeno l'ispettore della Guardia di Finanza. Non ho neanche partecipato ad uno di quei giochi a premio nei quali uno scontrino e collegato alla vincita di un bel cadeau. Sono un tax journalist seriale.

      Ecco. Lo chiarisco subito.
      Dal 1991, quando dopo un fruttuosa esperienza da emigrante romano nella sede napoletana sono tornato nella capitale per atterrare alla redazione economica, ho elaborato per l'Ansa ben 170 articoli sullo scontrino fiscale. Un pezzo di storia era già stata scritta - mica sono Matusalemme!!! C'erano già state le proposte di Reviglio, la prima applicazione del ministro Francesco Forte, che ho nuovamente incrociato con il suo inconfondibile  naso rubizzo, e l'estensione dei registratori di cassa del suo successore Bruno Visentini. Quindi mi sono perso un piccolo pezzo di percorso.

     Ma ho recuperato.

      Metto a verbale.
      Ho sentito pronunciare la parola scontrino con la erre attotondata di Giulio Tremonti e con una erre nascosta dietro al sigaro del ministro-dracula Vincenzo Visco. L'ho sentita
pronunciare sotto le lenti a fondo di bottiglia di Rino Formica, ai tempi dei nani e delle ballerine del Psi di Craxi, e anche da un rampante Berlusconi, ancora con qualche capello, sceso in campo proprio sui temi fiscali. Ora, invece, dall' accento toscano della numero uno delle entrate Rossella Orlandi ho sentito ipotizzare il possibile "abbandono di alcuni strumenti risultati inefficaci (come i misuratori fiscali)", in pratica dei registratori di cassa. Ho tradotto con scontrini. Non me ne voglia.

        Ho detto tax journalist seriale. Ecco l''archivio dell'Ansa mi consente portare le prove, che però non servono essendo una confessione.
        Si, lo ammetto. Ho descritto l'evoluzione di un fisco sempre più complicato, lunare. Nel 1991  ho spiegato che dall'obbligo di scontrino erano escluse alcune importanti categorie ("Fisco: niente scontrino per tabaccai, benzinai e giornalai" 18/0/91).  Ma ho poi inseguito gli antri tortuosi delle scelte tributarie raccontando che l'erario sarebbe stato inflessibile con il caldarrostaio. Come fare? Si erano arrovellati gli esperti del ministero. Basta prevedere lo scontrino manuale (2/4/1992) .  Ma dopo qualche mese (14.11.92) ho anche descritto il volto del fisco clemente, in tema di scontrini, con gli spazzacamini e poi , un mese dopo ancora, (il 16.12.1992) con le gondole e i venditori di palloncini e lampade votive.
     


     Ma si sa. Il fisco ha le sue stagioni. Cosi passato un anno, proprio mentre gli italiani andavano al mare (il 22/6/1993) mi sono imbattuto in una lettera nella quale il ministro dell'Economia Franco Gallo (ora presidente emerito della Consulta) rispondeva al parlamentare Raffaele Costa e spiegava alla Guardia di Finanza come comportarsi per chi affittava un pedalò. Bisogna dimostrare di averlo - veniva spiegato - anche in spiaggia, magari lasciandolo in cabina, oppure nei propri effetti personali. Il tema è poi stato risolto nel febbraio del 1999, quando è stato tolto l'obbligo nel caso di prestazioni di servizo rese su spiagge demaniali dai titolari.
      Da allora ho seguito anche tutte le altre novità: i tentativi di superare gli scontrini, quelli di introdurre sanzioni proporzionali ''a misura di gioielliere''. Ho raccontato i recenti blitz fatti a Cortina e Capri ma anche quando nel 2007,
per la lotta fiscale il il fisco ha inventato una sorta di moderna gogna per i negozianti che non rilasciavano gli scontrini: chiusura del negozio e cartello con il perché affisso sulla serranda.


      Ecco lo devo confessare (ed è quasi secreto professionale): spesso ho provato a tradurre astruse formula normative dando volto ai contribuenti, con una ricerca di parole in disuso nel lessico giornalistico. Così ho scritto di ricamatrici e ombrellai. Quasi seguendo il costume ho raccontato le storie della multa al bimbo per il leccalecca e quella alla cassiera golosa, scoperta a mangiare un cioccolatino senza autobattersi lo scontrino. Visi e persone, non solo astrusi rimandi legislativi.

    Insomma grazie allo scontrino - lo ammetto - ho raccontato tante storie e, così, mi sono guadagnato la pagnotta.  E poi lo confesso. Sia detto senza risentimento verso chi quando sente parlare di Irap e Tasi gli vengono le pustole (ma a me ne vengono almento quanto al contribuente medio): qualche soddisfazione l'ho avuta. Dopo essermi sorbettato pagine e pagine di risoluzioni, circolari, leggi, bozze e decreti attuati; dopo aver  sopportato ore e ore di convegni con impavida resistenza,  posso raccontare anche di aver incassato un premio. Era stato bandito  dall' allora ministero delle Finanze e dalla Fnsi (la Federazione nazionale della stampa italiana). Mi consegno il piccolo trofeo Sabrina Ferilli. "Ma io non voglio la targa - dissi - voglio un bacio". Fui accontentato davanti agli occhi attoniti dei presenti, moglie compresa.

      Da raccontare, sono sicuro, ne avrò ancora molte. Grazie scontrino.

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