La spending che vola via. Senza aver cambiato le lampadine


  (di Corrado Chiominto)

    La spending review è riuscita a tagliare del 50% i distacchi sindacali dei dipendenti pubblici e a fissare un tetto a 240 mila euro per i più alti dirigenti pubblici. Ma non a cambiare le vecchia lampadine che illuminano le strade italiane con nuove lampade a led a basso consumo. E' poi servito un anno per completare l'iter che dovrebbe consentire di tagliare drasticamente le auto blu dei ministeri, con l'obiettivo immaginifico di lasciarne una sola per dicastero. E' stato affidato invece ad un ''treno lento'' - il ddl di riforma della Pa - il proposito di cancellare la sovrapposizione delle due banche dati sulle automobili degli italiani, quella del Pra e quella della Motorizzazione civile. C'è poi la giunga delle partecipate, quel reticolo di piccole e grandi società pubbliche che sono un sicuro riparo per poltrone e prebende: dal progetto iniziale ci si aspettava una rasoiata (eccolo), invece la legge di stabilità affida agli enti locali stessi un progetto di accorpamento, quasi come dire ad un dentista di togliersi un dente da solo.

      Per la spending review in salsa italiana ci sono luci ed ombre. Con il rischio che le ombre si allunghino con il passare del tempo.

      Il commissario Carlo Cottarelli ha fatto i pacchetti ed è volato a Washington. Torna al Fondo Monetario Internazionale, chiudendo forse così la stagione dei ''commissari'' spending che avrebbero dovuto ridurre la spesa pubblica. Ma il processo e' a metà del guado. ''Non e' ancora terminato - ha però ammonito recentemente - ed esistono grossi ostacoli sulla strada delle revisione della spesa".

      Il progetto che affidava il calo delle tasse ad un lavoro di bisturi nelle inefficienze dell'Italia si è in parte stemperato. Nella legge di stabilità parte dei risparmi sono dovuti ad  una diversa filosofia. C'e' un miliardo di riduzioni lineari ai ministeri, che chiamati a fare una selezione della spesa non sono riusciti a realizzare il taglio del 3% a cui erano chiamati. I risparmi imposti alle Regioni (quei 4 miliardi sui quali e' iniziata una trattativa) sono di fatto un taglio lineare.

    Insomma la spending review ha un po' perso la strada. E non per quella che Cottarelli ha definito una difficoltà di ''chemistry'', di chimica, tra lui e il premier Renzi.   E' che fare tagli significa affrontare grandi ostacoli, incidere su privilegi stratificati. Cambiare logiche. Ha significato avere cinque corpi di polizia (Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia penitenziaria, Guardia di Finanza e Corpo forestale) , quintuplicando così costi per centrali operative, organi di gestione, immobili utilizzati, graduati? La risposta è facile. Porterebbe anche ad una maggiore efficienza nei controlli sul territorio. E il nodo pensioni? Fino a quando reggerà un sistema che ad alcuni garantisce pensioni molto alte, basate sugli stipendi presi negli ultimi anni e non sui reali contributi versati, mentre la precarietà a cui sono costrette le giovani generazioni porterà inevitabilmente ad una drastica riduzione del gruzzoletto su cui contare a fine carriera?

     Sarebbe però ingiusto dire che passi avanti non sono stati fatti. L'arrivo di controlli e regole rigide sugli acquisti di beni e servizi (con la riduzione fortissima dei centri che effettuano questi acquisti) sarà una piccola rivoluzione. Ma certo l'attuazione non dovrà avere incertezze, perchè è nei dettagli che si nascondo le insidie. Anche l'avvio di nuovi criteri per i trasferimenti agli enti locali - basati sulle esigenze reali e non sui fondi 'storicamente' girati dal centro alla periferia - potrebbero avere grande impatto.

    Cottarelli ha calcolato che tra il 2009 e il 2013 c'è stata una riduzione dell'1,5% della spesa primaria in termini nominali e di circa il 4% in termini reali. Al netto della spesa per pensioni, la spesa si e' ridotta del 9% in termini nominali e del 12,5% in termini reali. Il problema è che gran parte della riduzione è stata fatta in modo lineare, senza scegliere. Ed è anche per questo che l'Italia non è cresciuta. E per tornare a farlo sarà necessario che ad una maggiore efficienza della spesa (e non ad un taglio delle risorse) faccia da contrappeso un alleggerimento delle imposte. Solo così l'Italia tornerà a crescere. 

Commenti

Post più popolari