Il fisco che cambia. Basta 'guardie e ladri'. Prevenire meglio che inseguire
Meglio prevenire che inseguire, e’ il motto
che sembra animare i nuovi vertici dell’Agenzia delle Entrate che hanno ora l’accento
toscano di Rossella Orlandi. La
mini-rivoluzione non sarà solo di ‘’filosofia’’, bensì avrà impatto sulla vita dei
cittadini e delle imprese. Da una parte ci sarà
il 730 precompilato (ecco le prime bozze della nuova dichiarazione ), dall’altro il ‘’prestito’ di dipendenti per favorire un
corretto rapporto con il fisco per le aziende (inizialmente solo per quelle
grandissime): il fisco punta così a giocare d’anticipo.
Da sempre il
fisco e’ in grado di orientare i comportamenti. Così la mini rivoluzione che
arriva, ma che richiederà almeno due anni per incidere realmente sui rapporti
tra amministrazione finanziaria e contribuenti, si promette di cambiare la
testa a dipendenti e cittadini. Ora si guarda alle ‘’anomalie’’, si punta a far rispettare le regole
promettendo sanzioni che talvolta arrivano anche al 200 per cento. La bulimia normativa, inoltre, più che
semplificare rende complesso il comportamento dei contribuenti e appesantisce - tra i doveri - anche il
lavoro degli uffici.
L’uovo di
colombo tributario è ora quello di cercare di invertire l’attività, puntare a
promuovere comportamenti corretti (oggi alla Camera è previsto un importante convegno sull'evasione che si segue via Web) . E le sanzioni? Meglio evitare quelle
altisonanti che però, a conti fatti, rendono difficile l’applicazione o incerte
le decisioni.
Il caso ‘’Dolce e Gabbana’’ – con i suoi risvolti penali prima accertati e poi cancellati – al di là di quello che saranno le motivazioni, non ancora note, e l’esito finale del procedimento che sicuramente si concluderà in cassazione, rompe il velo su una incertezza applicativa. Che poi, a conti fatti, è uno dei veri macigni che frena l’economia italiana.
Il caso ‘’Dolce e Gabbana’’ – con i suoi risvolti penali prima accertati e poi cancellati – al di là di quello che saranno le motivazioni, non ancora note, e l’esito finale del procedimento che sicuramente si concluderà in cassazione, rompe il velo su una incertezza applicativa. Che poi, a conti fatti, è uno dei veri macigni che frena l’economia italiana.
Ecco allora che
impareremo a maneggiare altre nuove formule fiscali, come la ‘’cooperative
compliance’’. E’ prevista dalla delega fiscale e la norma attuativa arriverà
entro novembre. In pratica sarà operativa dal 2015. Da alla possibilità alle
aziende di chiedere l’aiuto del fisco per avere comportamenti tributari corretti:
in pratica uno o due dipendenti dell’Agenzia delle Entrate entrano in azienda e
danno una mano sui dossier fiscali. L’avvio riguarderà solo le grandissime
imprese, quelle che per complessità hanno già al loro interno strutture di
gestione per il rischio fiscale, come le multinazionali. Ma poi si punta ad
estendere questa pratica anche alle imprese più piccole. Per il fisco
il ritorno è chiaro: le prime 3.000 imprese gestiscono, tra guadagni propri e
quelli dei dipendenti, il 40% dell’imponibile fiscale italiano.
Ci sono poi le
norme sull’Abuso di Diritto, cioe' l'uso distorto di norme legali per aggirare
il fisco, una sorta di elusione realizzata attraverso i buchi normativi che
emergono dall’incrocio dei regimi
tributari di vari paesi. Ed anche un
ripensamento delle sanzioni, con una semplificazione dell’approccio che
trasferisce la responsabilita’ dal settore amministrativo a quello penale. Come
dire: niente sanzioni fatte per effetto annuncio, ma certezza di applicazione per
chi froda il fisco con mille artifizi. Insomma con questi altri due decreti delegati ci sono importanti novità in arrivo entro novembre.
Per le imprese, in pratica, prende corpo la stessa filosofia che si promette per i cittadini con il
modello 730 precompilato. Si parte anche qui con una fase sperimentale, che
riguarderà comunque 20 milioni di cittadini, e che richiederà una integrazione
dei dati: ci saranno inizialmente quelli relativi al reddito da lavoro, ai
mutui e alle assicurazioni sulla vita. Ma, poi, dal 2006 arriveranno anche i dati delle
spese sanitarie (grazie alla tessera sanitaria). Chi pigerà solo il tasto ‘’conferma’’,
senza dare ulteriori integrazioni, avrà la certezza di non ricevere visite e
ulteriori domande dal fisco. Il che non è poco.
Commenti
Posta un commento