Boeri all'Inps. Rivoluzione 2.0 in arrivo per le pensioni. Guardando al conflitto tra generazioni




    (di Corrado Chiominto)

    E' in arrivo una rivoluzione per il sistema previdenziale italiano.  E potrebbe essere un bagno di acqua gelata per gli italiani. Salutare. E' in arrivo un ice-basket che prima realizzerà un’operazione trasparenza sull’entità reale della pensione che – dopo le riforme degli ultimi anni –  ciascuno di noi prenderà in futuro. Poi, una volta fatta informazione, si affronterà il cuore del problema previdenziale, che potrebbe diventare una mina sociale difficile da disinnescare: il conflitto tra generazioni, che vede ora da un lato chi percepisce pensioni sostanziose e dall'altro coloro che, lavorando, contribuiscono a pagarle, senza però poter mai aspirare a raggiungerle.

      A questo prelude la mossa a sorpresa del premier Matteo Renzi, che ha chiamato alla presidenza dell’Inps il giuslavorista Tito Boeri. Arriva così ai vertici della gestione del sistema previdenziale pubblico un economista attento al mondo che lo circonda e che, con il suo sito lavoce.info (un esperimento riuscito di informazioneapprofondita su internet) , ha più volte gettato un sasso nello stagno di quella che lui stessa ha descritto come ‘’ignavia di Stato’’.

      Fino ad oggi Renzi ha fermamente bloccato ogni possibile intervento sul fronte delle pensioni, anche quelle alte: il tema, tra l’altro, è stato il primo a dividerlo dalla proposte avanzate dall’allora commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli.

      Ecco perché sorprende la scelta di Boeri. Che non sarà uno yesman. Lo dimostrano gli ultimi suoi interventi nei quali ha criticato e, soprattutto, informato sui rischi di chi sceglierà di mettere il Tfr in busta paga (Dieci ragioni contro il Tfr in busta paga). Averlo scelto significa sapere che il neo presidente dell’Inps non fa parte della truppa che salta sul carro del vincitore. Le  sue analisi sono chiare, approfondite. Sempre ricche di dati e di stimoli. Hanno un linguaggio schietto e moderno. Insomma se porta questo approccio anche nel mastodonte Inps, dove fino a poco fa regnava il manager dalle mille poltrone Antonio Mastrapasqua, vedremo davvero un sistema previdenziale 2.0.

          Ma non solo è il curriculum di tutto rispetto – Ocse, Fondo Monetario, Bocconi (leggilo) – a far prospettare una ventata di novità su fronte pensionistico. Ecco, a leggere quello che scrive appare chiaro quel che Boeri pensa. E quello che cercherà di realizzare.

     Si partirà sicuramente da un' operazione trasparenza sull’informazione. Boeri è un convinto assertore di quella che viene chiamata la ‘’busta arancione’’, nella quale indicare i contributi versati e una proiezione della pensione che prenderanno. Ne ha fatto una campagna sul proprio sito("L'Ignavia di Stato"). ‘’L’Inps – ha scritto - ha tutti gli strumenti per fornire ai lavoratori italiani una stima precisa della loro futura pensione. Ma ministero e istituto di previdenza mantengono un silenzio colpevole, penalizzando così i cittadini che più hanno bisogno di quelle informazioni’' , Questo – ha spiegato – provoca ‘’rischi per la stabilità del sistema’’. Solo con una attenta e chiara informazione gli italiani potranno pianificare il loro futuro e i loro risparmi. . ‘’Perché è vero che le pensioni future saranno più basse di quelle erogate sin qui, ma pur sem pre in grado di rappresentare fino al 60-70 per cento dei redditi da lavoro del lavoratore medio – spiega -  Tuttavia, per i lavoratori precari, con carriere molto discontinue e bassi salari, si porranno problemi seri. Dire loro per tempo cosa li può aspettare è molto utile’’.    Ecco perché aveva chiesto anche di indicare come attenuare le difficoltà e cosa fare per prevenirle.

     Ora dalle parole dovrà passare ai fatti.


    Ma l’altro tema è ancora più interessante. E’ quello di un intervento sulle pensioni alte, per le quali non sono stati versati contributi sufficienti a giustificare l'importo incassato. Boeri ha parlato di equità possibile, articolando un progetto (Eccolo: pensioni-equita-generazioni-contributi) che non si tradurrebbe in un taglio netto sulle pensioni d’oro che e’ già stato bocciato dalla Corte costituzionale.   “Niente scuse – scrive - è possibile chiedere un contributo di equità basato sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati, limitatamente a chi percepisce pensioni di importo elevato. Si incasserebbero più di quattro miliardi di euro, riducendo privilegi concessi in modo poco trasparente''. 

    
L’idea e’ quella di un ‘’contributo di solidarietà’’ su quella parte di non giustificata dai contributi.  Si partirebbe dai 2.000 euro, con un prelievo progressivo che alla fine raccoglierebbe tra il 7 e il 10% dell’importo di queste pensioni. Ad essere toccato sarebbe solo il 10 per cento dei pensionati che hanno un reddito più alto, e che possiedono il 27 per cento del totale delle pensioni. I conti sono sul proprio sito e l’idea che emerge è che potrebbe essere un primo passo per sminare il contrasto intergenerazionale che si sta creando tra pensioni alte (non sufficientemente giustificate dai contributi pagati) e lavoratori che contribuiscono a mantenere il sistema ma vedranno il proprio reddito calare drasticamente quando saranno messi a riposo.

     Il nodo che lo studio non affronta è quello dell’utilizzo dei 4,2 miliardi che arriverebbero dall’intervento. Non è questione di lana caprina. Senza un meccanismo di redistribuzione intergenerazionale il contributo di solidarietà perderebbe le sue finalità di equità e si trasformerebbe in una nuova ulteriore mazzata sul sistema previdenziale,  un nuovo modo per raschiare il barile delle pensioni.

  
     A leggere gli scritti di Boeri appare chiaro che a tremare subito dovranno essere i vice-comandanti dei Carabinieri. Già, il neo presidente Inps, racconta infatti l'impatto che ha su di loro, aumentando esponenzialmente il rateo mensile che percepiranno, la regola che promuove di un gradino di carriera tutti i militari che vanno in Pensione. L'intervento e' titolato ''Todos Generales'' e basta una rapida lettura per capire il Boeri pensiero, scrostando vecchi vizi italiaci.

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