Trappola Imu-Tasi. Le insidie e le scappatoie di una scadenza-rompicapo


                                                                                    

     (di Corrado Chiominto)

        La promessa era quella dell’arrivo a Casa di moduli precompilati da parte dei  Comuni. La realtà e’ stata diversa.

       L’intreccio Imu-Tasi rischia di diventare una vera e propria trappola per il cittadino comune, alle prese con una delle imposte più complicate da pagare. Non ci sono solo aliquote e detrazioni, che differenziate tra gli 8.000 comuni creano – ha calcolato il Servizio Politiche Territoriali della Uil - oltre 100.000 combinazioni diverse (ecco lo studio).

       Bisogna fare i conti con i tetti delle aliquote (che vanno calcolati per la seconda casa e per le prime case di lusso sommando Imu e Tasi) e con la soglia minima di versamento prevista, nella quale ricadono molti inquilini. Già, perchè l’altra novità è che, per pagare i servizi indivisi dei comuni, sono chiamati alla cassa anche gli affittuari: dovranno pagare tra il 10 e il 30% dell’imposta. Alla fine, per loro l’importo dovuto sarà bagattellare: dovranno però affrontare i conti titanici di un percorso ad ostacoli  (toglie questo, metti quello, calcola la percentuale, dividi per i mesi).

       L’appuntamento Imu-Tasi del 16 dicembre, in attesa dell’arrivo della nuova Local Tax il cui progetto stenta però a decollare,  sembra insomma più una trappola che una scadenza tributaria. Rischia di diventare un rompicapo. Chi sceglie il ‘’fai-da-te’’ dovrà usare alcune accortezze, per evitare le insidie.

     Alcuni punti fermi sono chiari: bisogna andare – ed è davvero quasi un obbligo – sul sito del dipartimento delle Finanze (www.finanze.it) per cercare la delibera del comune. Bisognerà per questo cliaccare su "Delibere aliquote Tasi" e digitando il comune da ricercare (ecco l'indirizzo esatto).

       Un ausilio arriva poi da internet, che contiene programmi e pagine ad hoc per fare i calcoli e stampare anche i moduli con cui pagare. Ma, anche in questo caso, bisogna conoscere un po’ di regole: ad esempio conoscere le aliquote, sapere quanti sono i mesi di possesso, la quota di proprietà, se l’immobile è di lusso o meno e – soprattutto – se la seconda casa è affittata e quindi bisogna scomputare la quota dell’inquilino. Per questo un sito affidabile (ma per alcuni comuni non indica le aliquote e poi bisogna fare attenzione alla quota inquilino) è quello dei comuni: www.amministrazionicomunali.it

        Una sola cosa è semplice per l’appuntamento rompicapo del 16 dicembre: TUTTI DEVONO PAGARE. Chi versa la Tasi (che pagano le prime e le seconde case) e chi l’Imu (che pagano seconde case e prime abitazioni di lusso). Pagano sia proprietari, sia inquilini. Non sfuggono nemmeno i contribuenti che non hanno ancora versato acconti Tasi perché i comuni non hanno deliberato le aliquote. Dovranno pagare tutto insieme e per loro conta l’aliquota base dell’1 per mille decisa centralmente dal governo e, in questo caso, gli inquilini devono pagare il 10% del tributo (così come stabilito da cosiddetto decreto ‘’Salva-Roma’’, ora trasformato in legge).

      Per le molte variabili previste (aliquote, detrazioni, tetti incrociati tra imposte, quota inquilino, soglie minime) l'appuntamento con Tasi e Imu e' un vero versamento-rompicapo che mette a dura prova il contribuente. E anche il 'portafoglio' del contribuente, come ha calcolato Federconsumatori  (lo studio).

       Ecco allora un mini-vademecum suddiviso in varie voci: aliquote, decrazioni, il calcolo, prima casa, l’inquilino, seconda casa, case di lusso.

      - ALIQUOTE, ATTENTI AI TETTI: Le aliquote funzionano come la vecchia Ici. Vanno per millesimi. La Tasi ha un’aliquota base dell’1 per mille ma prevede due ‘’tetti’’ massimi che si incrociano sull’Imu:  2,5 per mille per la prima casa e del 10,6 per mille per la seconda (nella somma di Tasi e Imu). Ma anche su questo c’e’ il trucco. Se i comuni hanno adottato anche detrazioni possono decidere di far aumentare questi tetti di un ulteriore 0,8 per mille, distribuendo l’aumento tra prima e seconda casa (o concentra dolo su uno dei due).

       - LE DETRAZIONI, UNA GIUNGLA: I comuni che hanno aumentato le aliquote rispetto a quelle base hanno anche introdotto delle detrazioni. Ognuna ha seguito criteri diversi e quindi si arriva ad una vera e propria giungla che - ha calcolato la Uil - porta a circa 100.000 combinazioni diverse. C'e' chi ha previsto 'sconti' in base al reddito, chi per il numero dei figli, chi guarda al valore catastale e chi invece all'Isee. Qualcuno ha anche utilizzato più di un criterio. Insomma va letta bene la delibera del comune.

    - IL CALCOLO: la base imponibile Tasi e' la stessa dell'Imu. Si parte dunque dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore si applica l'aliquota comunale, con le eventuali detrazioni. Ma, la cosa migliore da fare, e’ quella di utilizzare un sito  internet per fare i conti (come sopra: www. amministrazioni.comunali.it). Ricordarsi anche di indicare gli importi dovuti solo dall'inquilino o dal proprietario.

    - PRIMA CASA, PROPRIETARIO: Pagherà solo la Tasi e non l'Imu. Niente paura, il fisco non ci rimette perchè le aliquote Tasi per la prima casa sono genericamente più alte di quelle previste per la seconda. Alcuni contribuenti hanno pagato già la prima rata a giugno, altri ad ottobre. In ogni caso ora va pagato tutto l'importo rimanente, per saldare l'imposta dovuta per l'intero anno: va quindi calcolato l'importo annuale e poi scontato quanto si è già versato. Se il comune non ha fatto alcuna delibera si paga l'aliquota nazionale base dell'1 per mille.

      - SECONDA CASA, PAGA IMU E TASI: La base imponibile è la stessa ma i conti dovranno essere fatti separatamente. Con un unica certezza: la somma delle due aliquote non può superare il 10,6 per mille o l'11,4 per mille se il comune ha deciso anche la maggiorazione dello 0,8 per mille. Si paga prima l'Imu e poi l'eventuale parte eccedente di Tasi. In questo caso bisognerà fare attenzione a destreggiarsi tra le diverse aliquote e anche ad indicare i diversi codici tributo, sottraendo quanto versato nelle prime rate sia Imu (a giugno) sia Tasi (a giugno o ad ottobre). Insomma un rompicapo. Sulla Tasi (ma non sull’Imu) i proprietari dovranno ricordare di togliere anche la quota dovuta dall'inquilino (che e' tra il 10 e il 30% a seconda delle scelte dei comuni, o del 10% se il comune non ha indicato alcuna scelta).

     - L’ INQUILINO, PER LUI E’ ABITAZIONE PRINCIPALE, MA LE ALIQUOTE SONO QUELLE DELLA SECONDA CASA: L'appuntamento con la Tasi non risparmia chi abita in una casa presa in affitto. Se non lo ha già fatto dovrà farsi consegnare gli estremi catastali dal proprietario e calcolare la propria quota di tributo con le aliquote di una seconda casa, e applicando tra il 10 e il 30% del totale a seconda delle delibere comunali. L'importo dovuto deve scontare quanto già versato per la prima rata a giugno o ad ottobre.  Un ultimo caso particolare: se il comune non ha deliberato aliquote e la quota inquilino, quest'ultimo paga una quota del 10% con l'aliquota all'1 per mille

    - ATTENTI ALLA SOGLIA MINIMA (CON QUALCHE AVVERTENZA): L’avvertenza vale soprattutto per gli inquilini, ma anche per i proprietari di piccoli immobili. Quando l’importo dovuto e’  limitato così bisogna fare attenzione al fatto che, sotto i 12 euro di soglia minima, non bisogna versare nulla. Ma anche in questo caso ci sono due avvertenze a cui fare attenzione: la prima e’ che i comuni potrebbero scegliere una soglia minima diversa; la seconda è che se non si è pagato l’acconto la soglia minima vale per l’importo dell’intero anno e non solo per la scadenza del  saldo.

    - PRIMA CASA DI LUSSO: Le 73mila case accatastate nelle categorie di pregio (A/1, dimore signorili; A/8, ville e A/9, castelli) dovranno pagare sia l'Imu sia la Tasi (ma quest’ultima con le aliquote di prima casa che è al massimo del 3,3 per mille). In ogni caso la somma di Imu e Tasi non può superare il 6,8 per mille.

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