Fiat compra (Chrysler) ma non vende

   Fiat compra, ma non vende. L'acquisto del 100% della Chrysler, la più piccola delle tre sorelle dell'auto Usa, è certo la conclusione di una importante operazione finanziaria. È il primo passo per realizzare la fusione delle due società. "Solo sei gruppi sopravviveranno nel mercato dell'auto", aveva pronosticato Marchionne nel 2008 appena arrivato in Italia. Ecco, ora Fiat-Chrysler è settima nella classifica mondiale dei produttori di auto.
    La sfida, insomma, non è finita. Non può finire finchè non ci saranno nuove vetture da proporre ad un mercato che, per parlare dell'Italia, ha visto nel 2013, il gruppo del Lingotto vendere circa il 10% in meno dell'anno precedente. Il timido segnale di ripresa del mercato a dicembre, vede ancora il gruppo in controtendenza con un calo di oltre il 2% nel solo mese. Mai così bassa è stata la quota di mercato del gruppo ex-torinese.
    L'auto è un prodotto dove tecnologia e design richiedono investimenti. Questa sarà ora la nuova prova alla quale è chiamato il management e la proprietà Fiat. Non basta la corsa al ribasso dei diritti del lavoro. Serve invece la corsa al rialzo di idee, che senza opportuni finanziamenti, avrebbero il fiato corto. Che la 'testa' della società sia in Italia, in Usa o in Olanda, poco conta. Importa invece che i debiti che Chrysler porta in dote alla Fiat - lo spiega oggi il Financial Times non siano un peso proprio mentre piccoli segni di ripresa richiederebbero capacità e risorse per scommettere sul futuro, con un occhio al lavoro e anche all'ambiente. 

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