L’Italia a due ‘lentezze’. La Lepre corre piano, la tartaruga non si muove





      Non va a due velocità, ma a due lentezze. L’Italia, dopo cinque anni di crisi, guarda ad un 2014 con il timore di non farcela invece che con l’ aspettativa di chi riprende a camminare dopo una lunga convalescenza.
     
    L’ultimo bollettino statistico di Banca d’Italia non spande certo ottimismo. Certo ci sono i piccoli progressi del Belpaese. La Produzione torna a cresce alla fine del 2013. Gli investitori stranieri sono tornati a comprare i Bond targati Italia.
    
    Dalla timidezza con cui sono indicate le previsioni degli economisti di via XX settembre, appare chiaro che le incertezze faranno del 2014 ancora un anno da dimenticare.
   
      La disoccupazione sfiorera’ il 13% nel biennio 2014-2015, un’onda lunga della crisi che sarà dolorosissima per famiglie e consumi. Le condizioni del credito, che e’ l’ossigeno delle imprese, rimarranno ‘’ancora tese’’: dopo un calo dell’8% tra settembre e novembre, le difficoltà del sistema bancario continueranno a rappresentare un freno alla ripresa anche quest’anno.

    Risultato. Il Pil si fermerà nel 2014 a +0,7%, un mini-rimbalzino dopo anni di cali, che peggiora anche il non ottimistico  +1% del governo. Nel 2015, poi, si replica: la crescita si fermerà all’1%, con un ritocco al ribasso anche rispetto alle ultime stime di Bruxelles.

     Ma nell’Italia dell’economia slow le differenze ci sono e si sentono. Torna a crescere la tradizionale differenza tra Nord e Sud, ma non solo. ‘’Al miglioramento delle prospettive delle imprese industrialidi maggiore dimensione e di quelle più orientate verso i mercati esteri – scrivono gli economisti della Banca d’Italia - si contrappone un quadro ancora sfavorevole per le aziende più piccole,per quelle del settore dei servizi e per quelle meridionali’’. Regge la crisi il made in Italy che affronta i mercati esteri, mentre – in barba agli stereotipi italiani – arranca chi ha piccole dimensioni: una realtà spesso negata che fa pensare se si guarda alla polverizzazione del sistema produttivo italiano, che spesso viene vantato come un punto di forza dell’economia italiana.
    
      Invece, nel Paese a due lentezze,  la lepre corre piano e la tartaruga sembra proprio non aver voglia di muoversi.

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