Italia, Paese delle Meraviglie dove le tasse funzionano al contrario




   La mini-Imu è una tassa da Paese delle Meraviglie. E non solo perchè, grazie alla pozione di Lewis Letta Carroll, la vecchia odiatissima Imu si e trasformata in un balzellino fastidioso ma abbordabile. Ma perchè, come la regola del contrario che tanto affascina Alice nel suo viaggio onirico tra le meraviglie della vita, sembra voler sovvertire tutte i criteri del buon governo descritti nella letteratura tributaria.

    Adam Smith, al quale viene attribuito il ruolo di aver gettato le basi dell'economia politica classica, ha affrontato tra l'altro il tema delle tasse, dettando regole che vengono ancora insegnate all'Università. "La somma dovuta, il tempo e le modalità del pagamento - scrive - debbono essere chiari e semplici per il contribuente e per chiunque altro". E' la prima regola tributaria consigliata con buonsenso da Smith che l'Italia sembra voler applicare al contrario.

    Le code agli uffici tributari, l'assalto ai Caf sono certo il sintomo di una incertezza creata da questo nuovo balzello 'a perdere'. Ma - spiegava Smith nel 1.750 - "l'incertezza fiscale incoraggia l’insolenza e favorisce la corruzione".

     Non basta. Dice Adam Smith: "Ogni imposta deve inoltre essere disegnata in modo tale da sottrarre al cittadino quanto meno risorse possibili oltre a quelle che entrano nelle casse dello Stato". La mini-Imu, invece, sembra essere nata da un sosia di Keynes, che teorizzava, per risolvere il problema della disoccupazione, che lo Stato li impegnasse nello scavare buche da riempire subito dopo, creando così un volano per l'economia.

    Se non fosse surreale sembrerebbe questo il vero scopo del mondo alla rovescia che impone a milioni di cittadini di affrontare, in pochi giorni, tanti disagi per una mini imposta. I costi che richiede - da quelli reali per effettuare i calcoli da Caf e commercialisti, a quelli dovuti ai costi  dei trasporti e dalla massa di persone impegnate nell' operazione - sono ben superiori ai benefici che le amministrazioni ne ricaveranno, visto che comunque richiederà impegno per la gestione e i controlli. È una tassa al contrario.

    La verità è però meno nobile. E non ha nulla di letterario. La mini-Imu, che vale meno del blocco degli scatti dei professori le cui risorse sono state trovate in meno di 24 ore, è stata introdotta per una piccola ripicca. Molte amministrazioni locali, puntando su una copertura piè di lista dell'Imu cancellata, avevano giocato d'anticipo, aumentato le aliquote. Il ministero dell'Economia però ha risposto a questa piccola furbizia cancellando l'Imu solo per la quota fissata dallo Stato, senza pensare molto all'effetto di scoramento che avrebbe avuto sui cittadini. A quest'ultimi non resta che sperare, mentre il contro alla rovescia per la scadenza è arrivato, non che l'orologio inizia a girare al contrario come nel mondo degli specchi di Alice, ma che il Cappellaio Pazzo e Bianconiglio smettano di rincorrersi senza preoccuparsi di chi calpestano.

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