La favola dello spread e delle tasse alla ricerca del lieto fine







      C’era una volta, tanto tempo fa….lo spread tra Btp-Bund a 575 punti.  Gli italiani se lo ricordano bene. Era il 9 novembre 2011 ma dal giugno precedente al dicembre successivo impararono sulla propria pelle il significato concreto di questo vocabolo. 
       
      Più che a misurare il differenziale tra i rendimenti del Btp decennale italiano e il più fortunato cugino tedesco, la spread apparve come una idrovora sui portafogli degli italiani. Le quattro manovre realizzate in rapida successione da Berlusconi e poi da Monti nella seconda meta’ del 2011 avevano, a regime, un valore di 85,3 miliardi, in gran parte raccolti dalle tasse. A conti fatti, nel triennio 2012-14, il maggior gettito previsto - e poi realizzato - era di 146 miliardi di nuovi balzelli. Un prelievo sulle tasche degli italiani giustificato proprio con l’esigenza di stabilizzare i conti per far addormentare di nuovo l’orco della speculazione internazionale, pronto a punire i bambini più birichini, tra cui l’Italia.


     Ora lo spread sembra essere tornato sotto i livelli di guardia, anche se non proprio alla normalità: il ritorno sotto quota 200 punti per un Paese come l’Italia, che paga ogni anni tra gli 80 e i 90 miliardi di interessi sul proprio debito pubblico, significa ridurre la spesa che il governo ha programmato di spendere nel 2014. Quanto il risparmio? I più ottimisti dicono oltre 15 miliardi, un valore però in gran parte gia’ stimato dal governo. Ma per capirne l’entità basta pensare che l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa è costata nel 2013 all’incirca 4 miliardi per l'erario.

      Cosi’, affinchè nella favola dello spread e delle tasse ci sia un lieto fine,  l’unica scelta possibile è ora quella di tornare a far calare la pressione fiscale che – lo dicono tutti, dalle istituzioni nazionali agli esperti internazionali – è uno dei fardelli più pesanti soprattutto sul fronte del lavoro. Un peso che alimenta un altro spread che affligge l’Italia: quello della crescita, che vede il Belpaese nelle vesti della Bella Addormentata  

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